PIETRE DI LUNA - vie pagane

IMBOLC - SABBA DEL FOCOLARE DOMESTICO

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view post Posted on 29/1/2019, 23:27
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Advanced Member AbbracciaGatti

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IMBOLC - SABBA DEL FOCOLARE DOMESTICO

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IMBOLC, FESTIVITA' DEL FOCOLARE DOMESTICO
Per via della rigidità del clima invernale, Imbolc è una festività che celebriamo al caldo delle nostre case: dagli antichi manoscritti, dai racconti del folclore popolare e dalle consuetudini giunte sino a noi, si osserva che i rituali e i festeggiamenti originari di questa ricorrenza erano fatti in famiglia tra le mura domestiche e che le uniche attività all’aperto erano la benedizione dei campi, la questua delle giovani e le visite ai pozzi sacri. In casa le ritualità erano piuttosto articolate, ed erano imperniate sull’allestimento e sulla complessa posa di oggetti magici, come la Brídeóg e la “Brigid cross” e sulla preparazione dei cibi rituali predisposti per la visita notturna della Dea Brigid. Anche nei moderni Sabba neopagani questa è una festa che celebriamo al sicuro delle nostre case, mantenendo fuori il freddo, la notte e le entità maligne, ma pronti ad accogliere la presenza della Dea nelle nostre dimore e nella nostra interiorità.

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IMBOLC O CANDELORA?
Imbolc è una celebrazione stagionale che cade circa a metà tra Yule e Ostara. E’ uno degli otto Sabba della Ruota dell’Anno che, ricordiamo, è una sorta di calendario istituito negli anni ’40-’50 del secolo scorso, da Ross Nichols1, il fondatore dell’OBOD inglese, che ha voluto formalizzare la sequenza delle festività agresti e pastorali europee dando loro la nomenclatura che ormai pressoché tutti i neopagani riconoscono. Queste celebrazioni, che chiamiamo Sabba, sono cadenzate con equilibrio (circa un mese e mezzo tra l'una e l'altra): i quattro Sabba astronomici (equinozi e solstizi) si alternano ai cosiddetti 'cross-quarter days' cioè Imbolc, Beltane, Lughnasadh e Samhain che cadono a metà tra l’uno e l’altro evento astronomico. Imbolc è quindi la celebrazione del mezz'inverno, il punto mediano del periodo invernale.
Questo “ritmo” non è forzoso poiché le date corrispondono a ricorrenze che sono celebrate da millenni in tutto l’areale europeo per quanto ci concerne, e naturalmente anche in tutto il resto del pianeta, pur considerando le diverse latitudini ed emisferi.
La Chiesa, com’è noto, via via nel corso dei secoli ha sovrapposto le proprie celebrazioni cristiane a tutte le date di quelle feste rurali o nei periodi a esse limitrofi: conosciamo bene l’origine pagana del Giorno dei Morti, per dirne una.

Questa premessa, per molti scontata, vuole servire a entrare nel merito delle feste di febbraio al fine di scardinare l’erronea convinzione che la celebrazione della Candelora sia stata sovrapposta artatamente a quella dell’Imbolc irlandese. Così non è.

Non è chiara l’origine della Candelora, specie nell’accezione dell’etimo che rimanda alle candele, alla luce. Forse le origini erano nei Lupercalia. E nelle Februe -le purificazioni- da cui il nome febbraio, in onore della Dea Februa a cui venivano accese candele e dedicate fiaccolate. Bisogna poi considerare che il sincretismo religioso, prima di essere formalizzato dalle bolle papali si sviluppava in tappe persino decennali. E le stesse emanazioni pontificie erano rivedute e corrette più volte. Quel che è certo è che la Chiesa tra il V e il VI secolo per mano dei Papi ha sigillato le calende di febbraio con l’istituzione della Candelora.

La Candelora e la benedizione delle candele non sono quindi originate dalla celebrazione di Imbolc, né dal culto di Santa Brigida d’Irlanda. La Candelora è stata istituita, sì, dalla Chiesa, ma per sovrapporla alle feste pagane romane, non a quelle nordeuropee.

La conclusione di questa prolissa disamina è che molti neopagani compiono rituali e adoperano tradizioni che sono una commistione di elementi celtici irlandesi e usanze cristiane, definendo il tutto “tradizione di Imbolc”.
Se per Imbolc intendiamo il Sabba neopagano, è accettabile che un eclettismo così tanto condiviso divenga “tradizione”, ma dobbiamo comunque essere consapevoli del fatto che alcune usanze non sono lasciti del paganesimo italiano, che altre usanze sono originarie limitatamente della zona del Kildare irlandese e che altrettante sono rivisitazioni moderne spesso desunte da pratiche cattoliche.

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LA DATA ESATTA
La confusione è talmente tanta che tra i neopagani non v’è certezza nemmeno sulla data: alcuni celebrano il Sabba la sera del 31 gennaio mentre altri praticano il 2 febbraio: quest’ultima data è verosimilmente un fraintendimento che ci perviene d’oltreoceano dove spesso si sente confondere il Sabba con Candlemas, ma un paio di fattori provano che questa celebrazione andrebbe fatta la sera del 31 gennaio: le date dei Sabba cosiddetti maggiori sono sempre il primo del mese e tradizionalmente vengono svolti nella serata/nottata precedente, e nell’emisfero australe Imbolc lo si festeggia il primo agosto, non il due.
Va però aggiunta una variabile: come per il corrispettivo estivo Lughnasadh (la festa di mezz’estate), i festeggiamenti e i rituali slittavano per diversi giorni successivi o antecedenti la data del primo del mese: come Natura vuole, d’inverno il parto e la lattazione degli ovini (evento da cui potrebbe derivare l’etimo di Oimelc, l’altro nome con cui è conosciuto Imbolc) potevano avvenire a gennaio come a metà febbraio a seconda della rigidità del freddo, mentre d’estate i raccolti erano a loro volta soggetti ai moti climatici. D’altronde anche gli antichi Romani nei primi giorni di febbraio avevano numerose feste legate al cambio climatico, donde forse la confusione nell’attribuire una precisa origine alla Candelora.
Infine va aggiunto un computo astronomico poiché queste ricorrenze in passato erano spesso subordinate ai moti lunari e alle levate eliache delle stelle.
Va inoltre precisato che nella Stregoneria Italiana la tregenda cade la sera del 1 febbraio. La tempora è ovviamente chiamata esplicitamente Candelora.

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In sintesi, se non si riesce a praticare alla sera precedente il 1° febbraio, è lecito scegliere un’altra giornata. E’ un Sabba stagionale, è legato al dinamismo meteorologico, alle attività agricole e all’allevamento, attività a loro volta legate al moto solare e alle influenze lunari. E’ ovvio che i festeggiamenti per le nuove nascite negli allevamenti e per i primi segni del risveglio della Natura non possano essere limitati a una unica data. Non per niente questo è per eccellenza il Sabba delle profezie meteorologiche...

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LA DIVINAZIONE METEO
In tutto l’emisfero boreale vi sono tracce di tradizioni secolari di divinazione climatica, ciò che si chiama meteorognostica2, e come si legge su Wikipedia, che cita a proposito proprio la Candelora, “la meteorognostica si può considerare in un certo qual modo la versione “non scientifica” o “popolare” della meteorologia: si tratta, infatti, della previsione dei fenomeni atmosferici legata alle credenze popolari (soprattutto contadine, per le esigenze del raccolto), basate oltre che su antiche osservazioni di tipo astrologico anche sull'osservazione di vari fenomeni naturali (non solo atmosferici, ma anche della fauna e della flora), e associate spesso ad un determinato periodo, mese, data, ecc. e che si esprime attraverso le cosiddette “regole meteorognostiche”, vale a dire dei proverbi – spesso in rima – del tipo Rosso di sera, bel tempo si spera, Una rondine non fa primavera o Candelora, candelora, de l'inverno semo fora.
Il periodo dei primi giorni di febbraio in passato era ritenuto importante per profetizzare gli esiti del raccolto e dell’allevamento poiché era un tempo di atteso risveglio della Natura: le gravidanze degli animali andate a buon fine, le gemme sulle piante, i germogli spuntati dal terreno e le bestiole selvatiche che dismettevano il letargo erano motivo di estrema felicità in momenti e in luoghi di estrema povertà con rudimentali mezzi agricoli e scarse conoscenze mediche e nutrizionali. E’ naturale che ogni segno tangibile del risveglio primaverile diventasse un auspicio buono che si sperava fosse la favorevole anticipazione di future prosperità della terra e degli animali. Da qui l’usanza di trarre presagi per la stagione estiva. Testimonianze di ciò si trovano nella tradizione italiana per esempio con i “giorni della merla”, con le previsioni basate sul comportamento degli orsi nel versante del nordovest italiano, su quello dei lupi nel centro Italia. Nel sud Italia i presagi sul clima sono delegati alle galline: “A la Cannilora, ogni gaddina veni ad ova”. In nord America è la marmotta a vaticinare, tant’è che le è stata dedicata una festa, decisamente laica, proprio il due febbraio, il “Groundhog Day”.
In Irlanda, il serpente di Bride è profetico:

La mattina del Giorno di Bride
Il serpente uscirà fuori dalla tana
Non molesterò il serpente
Né il serpente molesterà me


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ARTI MANTICHE DI IMBOLC
Ad Imbolc possiamo compiere pratiche divinatorie per prevedere l’andamento climatico, estendendole anche a divinare le nostre situazioni personali attenendoci a previsioni “naturali”: come sarà il tempo?, consoliderò le amicizie nei prossimi mesi?, posso pianificare nuovi progetti, saranno fruttuosi? E così via… Chiedere se la vecchia auto supererà l’inverno è prosaico…
Per i vaticini climatici possiamo attingere ai metodi previsionali locali, ben espressi dai proverbi regionali: per coerenza però evitiamo di infilare santi e madonne nelle nostre pratiche…
Si può fare divinazione con la cenere, come nelle tradizioni di “Bride la Sposa”, come spiega James Frazer:

"Sugli Highlands della Scozia il risvegliarsi della vegetazione a primavera veniva vivacemente rappresentato il giorno di S. Brigida, il 1° febbraio. Nelle Ebridi «la padrona e le serve di ogni famiglia prendono un fascio di avena, lo vestono da donna, lo depongono in un gran canestro, con una mazza di legno vicino; questo si chiama il letto di Briid. Poi la padrona e le serve gridan tre volte: " È venuta Briid, sia benvenuta Briid ". Questo si fa poco prima di andare a letto, e quando si alzano la mattina dopo guardano nella cenere sperando di vedervi l'impronta della mazza di Briid; se c'è, la considerano come sicuro presagio di un buon raccolto e di una prospera annata; il contrario è di cattivo augurio »."

L’idromanzia rimanda alla tradizione dei pozzi di Brigid, in Gran Bretagna ve ne sono molti a lei intitolati, chiamati “pozzi di Santa Brigit”. Si andava ai pozzi per curare i problemi di salute e le ragazze vi si recavano per trarre presagi per il proprio futuro di spose, disponendosi a raggera attorno al pozzo sacro.
Le arti mantiche con gli specchi e lo scrying richiamano a un attributo della Dea Brigid, lo specchio.
Le pratiche di visualizzazione profetica mediante superfici –riflettenti o meno- sono, oltre all’idromanzia, la lecanomanzia, la catottromanzia (o catoptromanzia), l’enottromanzia e in generale tutte le pratiche sotto il nome di “ars specularis”.

La piromanzia, la piroscopia, la tefromanzia, la spodomanzia sono attinenti con il fuoco sacro della Dea, la “Signora della forgia” e la “Signora della triplice fiamma”.

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Le streghe si radunano presso le fonti e nei campi, coi loro riti muovono nubi e venti. Leggono in pozzi e sorgenti i presagi sul tempo. Sempre inerentemente al clima, è utile la “ars tempestaria”, magia previsionale degli eventi atmosferici ma anche di loro condizionamento determinando la venuta di piogge o il ritorno del calore solare, o al contrario per allontanare eventi catastrofici (grandinate, trombe d’aria, fulmini, ecc.) e carestie. La magia tempestaria è diffusa da sempre in tutto il mondo, descritta in trattati prevalentemente redatti da vescovi che volevano impedirne al popolo la pratica ma che di fatto ci hanno tramandato rituali, cantilene e anche gli strumenti adoperati (bottiglie, sale, piante, ecc.). Praticata a vari livelli sia da esperti di alchimia che dalla gente comune, è una magia che ancor oggi i nostri anziani ricordano e sanno riprodurre. Se abbiamo nonne e nonni in famiglia, possiamo chiedere loro se ricordano giacule, formule e atti magici per influenzare il clima ma soprattutto, trattandosi di Imbolc, per prevederlo.
Tra le arti mantiche che trattano il clima ci sono l'anemoscopia (divinazione del vento), l'austromanzia (divinazione di vento e nubi), la nefomanzia o nefelomanzia (divinazione delle nuvole) e naturalmente la meteoromanzia (divinazione dei fenomeni meteorologici)3.

Le prime migrazioni degli uccelli si prestano alla pratica dell'apantomanzia (divinazione dell'avvistamento di animali).

Ampio spazio alla "ars poetica" di cui la Dea Brigid è la patrona. Oltre ai canonici rituali in rima, possiamo creare componimenti in versi per le preghiere, per gli inni e per le giaculatorie.

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PURIFICAZIONE E PULIZIA
Alcuni linguisti sostengono che le parole Imbolg e di Oimelc abbiano la medesima origine, e che la radice “hmelǵ”, o “melg” significasse sia latte sia pulizia. Ciò rinforza l’idea che questa sia una festa anche di purificazione. (v. Eric P. Hamp, Bollettino di studi celtici - Manoscritto detto “Glossario di Cormac”)
Se seguiamo le tradizioni tipiche dell’Imbolc nordico, la pulizia della casa atta a purificarla dalle ingerenze di entità malefiche è una pratica tipica. Quando il tempo inizia a essere abbastanza clemente da poter far uscire gli animali, è buona cura ripulire ovili e pollai: così dobbiamo fare nelle nostre case, nelle nostre stanze. Niente a che vedere con la Purificazione di Maria, perno della Candelora, anzi, la purificazione nell’accezione cristiana è un concetto che dobbiamo bandire perché implica l’impurità delle donne.
Pulizia e purezza per i neopagani sono simboli di rinnovamento che la Natura mostra in modo tangibile con i nuovi nati delle greggi, delicati e dolcissimi, con l’erba nuova, tenera e di un verde brillante, e con il Sole Nuovo con il suo rinnovato calore.
Nell’Imbolc tradizionale c’è l’usanza di ripulire la casa, e questo è il Sabba del focolare domestico, con rituali purificatori pervasi di pratiche magiche e apotropaiche. Nel frammento “Hibernica minora”4 che fa parte di un trattato in irlandese antico, vi sono le “quartine delle feste” in cui sono citati i festival celtici, tra cui Imbolc del quale è scritto:

Fromad cach bíd iar n-urd,
issed dlegair i n-Imbulc,
díunnach laime is coissi is cinn,
is amlaid sin atberim.


(trad.:
Assaggiare tutti i cibi a modo
Questo è ciò che è bene fare a Imbolc
Lavaggio di mani e piedi e testa
Questo è ciò che dichiaro.)

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La pulizia della casa e della persona in queste occasioni sottintende anche una purificazione esoterica e spirituale. Le abluzioni, le lavande e l’atto di spazzare le stanze e le soglie con la scopa magica hanno sempre fatto parte delle prassi magiche di annientamento delle negatività.
Assieme ai riti di purificazione è citato anche il cibo: nelle pratiche rituali spesso queste due componenti sono immancabili: molte celebrazioni iniziano con una purificazione e si concludono con l’assunzione di cibo rituale. Nella convivialità di una festa domestica gli alimenti hanno un ruolo di primaria importanza...

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CIBI RITUALI E LATTICINI
Nel Sabba di Imbolc è uso consumare latticini, ma non per coordinarsi all’assonanza con le parole che designano questa festa, Imbolc e Oimelc, ma proprio come tradizione secolare di aree culturali in cui la produzione di latte era una risorsa indispensabile alla sopravvivenza. Per esempio nelle fredde lande irlandesi dove l’aridità delle terre consentiva solo l’allevamento di ovini e di bovini. Ma anche in Italia dove un tempo gli inverni erano molto rigidi.
Il latte e il burro sono entrati nella lista dei cibi celebrativi, ma anche nei riti magici. Numerose sono le storie di fate e di streghe che usano il latte sia a fin di bene che con intenti malefici. Il latte, al pari dell’acqua santa, era usato per benedire i campi. Alla santa irlandese che la Chiesa ha sostituito alla Dea Brigid sono attribuite operazioni miracolistiche con il latte, a cominciare dal noto episodio dell'allattamento della Dea fatto da una mucca bianca con le orecchie rosse. Il latte entrava a far parte di incanti e ricette magiche, e per via della sua importanza nutrizionale, ha sempre avuto un posto d’onore sulle tavole delle feste. In quanto al burro, era spesso usato negli incantesimi ed è stato protagonista di fiabe e novelle, per esempio nel racconto “Il burro stregato” scritto da W. B. Yeats. Va da sè che tutti i latticini hanno virtù magiche e diventano parte importante dei menù delle feste.
Oltre alla carne di agnello, cotta soprattutto in guisa di pasticcio, formaggi di pecora, latte di capra e burro erano sia consumati, sia donati, sia lasciati fuori dalla soglia delle dimore: i latticini sono certamente i cibi più attinenti alle tradizioni di Imbolc. Formaggio pecorino e latte di capra sono facilmente reperibili anche in Italia e non dovrebbero mancare sul desco di Imbolc. Chi è vegano o intollerante al lattosio, può sostituire i latticini, ma senza usare ecletticamente ingredienti non caratteristici del periodo e del Sabba. Può anche semplicemente optare per ricette che i latticini non li contengono, creando per esempio dolci di semi di cereali, pietanze con la cipolla o condite con il rosmarino che è una spezia ritenuta sacra anche nel folclore di Imbolc. Altri piatti tipici sono le patate (giunsero in Irlanda nel Cinquecento), i cavoli e anche i brodi e le zuppe. In preparazioni sia dolci che salate, la frutta secca è sempre stata un ingrediente immancabile.
I cibi documentati come tipici dell’Imbolc irlandese sono molti meno di quelli che troviamo su libri, siti e blog dedicati a questa festività. Per attenersi alla vera tradizione occorre leggere gli studi folkloristici e le raccolte delle usanze popolari trascritte soprattutto nell’Ottocento quando ancora venivano tramandati questi usi. Si può così scoprire che alcuni cibi caratteristici erano dati in dono alle ragazze che nel giorno di Bride andavano a fare questua di casa in casa. Per esempio il “St. Bride's Bannock” che è una sorta di tortino piatto, simile ai pancakes: Questi pani dolci o salati venivano anche lasciati fuori dalla porta di casa in dono alla Dea Brigid che nella notte passava in visita benedicente. Un'altra consuetudine era lo spezzettare queste focaccine gettandone un po' sui campi per renderli magicamente fertili. La vicinanza al mare consentiva un buon approvvigionamento di pesce: molluschi e conchiglie erano doni tipici: ricordiamo qui che una conchiglia poteva essere posta a ornamento dell’abito della bambolina detta “Bride la sposa”, a rappresentare la stella-guida, “reul-iuil Bríde”...

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LA BAMBOLA DI BRIGID
Tra le attività da fare per Imbolc v’è certamente questa bellissima e tenerissima usanza che possiamo riprodurre anche noi. La tradizione dice che in Irlanda le ragazze da marito creavano delle bamboline che chiamavano Brídeóg, “la piccola Bride” (la giovane sposa, detta anche "Bride la sposa"): erano fatte con la paglia o con steli di erbe conservate sin dalle celebrazioni estive; si mettevano poi in una cesta detta “letto di Brigid” e la si poneva in un angolo vicino alla porta di casa, da cui le donne invocavano Brigid affinchè benedicesse la casa e la famiglia. A questa bambola è dedicato un articolo più completo al seguente link: BAMBOLINA DI BRIGID - DIY.

Anche se a noi può venire più facile realizzare questo delizioso manufatto adoperando del filo di lana, è d’obbligo precisare che in origine la bambola veniva creata con i fasci di cereali esattamente come nella realizzazione della “Croce di Brigid”…

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LA CROCE DI BRIGID
Sono note a tutti la forma e la realizzazione di questo strumento magico che ha attinenza con le antiche svastiche rinvenute dagli archeologi e che pare che sia altrettanto antica: di certo non ha origini cristiane e, similmente a ciò che compiamo noi italiani con l’iperico al solstizio estivo, la Croce di Brigid è sempre stata usata come talismano per annullare le negatività. Come strumento scaramantico è posta sulle soglie, sopra le porte, nelle stalle, sui tetti. Passarvi sotto è un gesto di buon auspicio e le famiglie compivano complesse gestualità seguendo precise gerarchie su chi dovesse passare e come. Infine, proprio come l’iperico, allontana i fulmini. Senza dilungarci oltre (se si vuole costruire una di queste croci basta cercare i tutorial digitando “Brigid cross”), è importante specificare il materiale usato per le croci di Brigid, ovvero i fasci di cereali conservati religiosamente dal raccolto estivo: torna dunque lo “spirito del grano”, elemento simbolico che si trova anche nelle bambole rappresentanti la Dea.

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LA FESTA DEL SOLE BAMBINO
Simbolicamente Imbolc è il periodo dell’infanzia del sole, e ora tutto è “infantile”, tutto sta nascendo: i bucaneve e gli agnellini sono il più conosciuto emblema del rinnovamento. Brigid, divinità solare, è la Dea Fanciulla.
Scrive Kathy Jones5, Sacerdotessa di Avalon, fondatrice del Tempio della Dea a Glastonbury:
"il tempo del Risveglio durante il quale Nolava la Fanciulla recupera il bianco bastone da Cailleach, che lo aveva tenuto per tutto il lungo inverno, preparandolo per la trasformazione nel Bastone Verde della Primavera. A Imbolc onoriamo Thitis, la Morgen Fanciulla che è in grado di creare il futuro con l’immaginazione. Nelle Isole di Brigit la Dea Fanciulla è meglio conosciuta e molto amata come Bride, Brighde, Bridie, Bree-je e Brigit, Dea del fuoco, della poesia, della guarigione e dei fabbri, Dea del Sole e della Luna, antica Dea e Santa Bride del Fuoco Gentile, Santa Bride delle Rive, e Maria del Graal."

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Onoriamo quindi la Brigid Fanciulla e il Dio Bambino anche sotto le spoglie di bimbi e bimbe, i nostri Soli, da custodire e da crescere con amore e con rispetto.

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LA BENEDIZIONE DELLE CANDELE
Come detto sopra, non andrebbe confusa la benedizione di ceri e candele tipica della Candelora cristiana con gli usi di Imbolc dove candele e torce erano adoperate a significare la luce del nostro luminare, il Sole Nuovo. E’ tradizione di Imbolc fare il giro delle stanze della casa con in mano candele o ceri, per purificarla e per illuminarla emulando il rinnovato irraggiamento solare. L’atto di benedirle, come scritto sopra, è un’usanza talmente condivisa nel mondo neopagano da ritenere lecito che divenga una vera e propria tradizione. Senza peraltro dimenticare che i folcloristi annoverano questa pratica che assieme alle usanze precristiane giunte sino a noi, era divenuta molto comune nelle famiglie. Dimentiche del primevo significato pagano, si recavano nelle chiese per la benedizione: le candele benedette venivano poi usate nell’arco dell’anno sino alla successiva Candelora.

La luminescenza dorata delle candele e dei ceri rischiara le nostre case e le notti di Imbolc, donando alla cupezza blu del cielo invernale il chiarore del bianco, del giallo e dell’oro, e questi sono i colori della Dea…

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SOTTO IL MANTO DELLA DEA: I COLORI DI IMBOLC
E’ dissonante pensare al colore verde per una Dea che non rappresenta una primavera manifesta ma il suo primo timido risveglio, e che rappresenta la luminosità del sole che inizia a riemergere, non ancora audace. Il colore verde è associato all’Irlanda ma non necessariamente alla Dea. E in effetti i colori che emergono nell’iconografia della Dea Brigid mediante le descrizioni degli antichi codici e nel folclore locale sono il bianco e l’oro. Sia la Dea che la santa sono descritte come figure dall’incarnato latteo e dall’aura dorata e se evitiamo di guardare le moderne rappresentazioni neopagane e ci soffermiamo a esaminare i colori classici che appaiono nei riferimenti irlandesi, troviamo ovunque il bianco e il chiarore algido e cangiante. Persino il mantello della Dea narrato nelle saghe, nonostante sia blu, muta colore a seconda delle esigenze di proteggere chi vi si nascondeva sotto, assumendo i colori della volta celeste come testimonia l’espressione irlandese “fé bhrat Bhríde” che significa “sotto il manto di Brigid”. Spesso questo mantello diviene dei colori dell’alba ed è definito luminoso:

A Bhrigid, scar os mo chionn
Do bhrat fionn dom anacal


(trad.: Oh, Brigid, è luminoso il tuo mantello che ricopre la mia testa)

Essere “sotto il manto di Brigid” significa essere messi al sicuro, un po’ come in Italia si dice “mettersi sotto il manto della Madonna”. Questo è un tipico mantello dell’invisibilità, ma non per mera sparizione ma peculiarmente per protezione.

:wstar: Anche con il mantello si può ricreare una splendida tradizione, come suggeriscono Vamy e un’amica del gruppo Facebook "Una strega a piedi scalzi per il mondo" e della pagina “A piedi scalzi per il mondo”:

"Scegliamo il nostro scialle preferito, quello che ci avvolge quando sentiamo freddo, che ci dona calore e morbidezza...sarà uno scialle magico, esposto alle energie di Imbolc. L'idea è quella di esporre il proprio scialle, sciarpa o foulard preferito durante la notte di Brigid (fra l'1 ed il 2 febbraio). Possiamo accendere candele, incensi, meditare, celebrare, ritualizzare ed infondere tutti i nostri intenti in quel pezzetto di stoffa, che sarà un caldo utero ogni volta che ne sentiamo bisogno."

Illuminiamo le nostre dimore con il bianco della neve e dell’alba, con l’oro della luce, con il blu della notte e con i colori dei nostri mantelli: questo sarà il nostro Imbolc.

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Note, fonti, spunti e approfondimenti:

1 https://it.wikipedia.org/wiki/Ross_Nichols

2 https://it.wikipedia.org/wiki/Meteorognostica

3 ELENCO DELLE ARTI MANTICHE E DEI SISTEMI DIVINATORI

4 - https://archive.org/details/HibernicaMinoraMeyer/page/n10

5 "Sacerdotessa di Avalon, Sacerdotessa della Dea" - di Kathy Jones - Edizioni Ester

BAMBOLINA DI BRIGID - DIY

IL MANTELLO DI BRIGID

NON SOLO BRIGID - eziologia mitologica e altre sante amenità...

IMBOLC E LA DEA BRIGID - a cura di Elettra Luce

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Edited by Deomira ErbaLuna - 26/1/2021, 20:23
 
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