PIETRE DI LUNA - vie pagane

IPERICO, MAGICO E SOLARE

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view post Posted on 15/6/2017, 23:54
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IPERICO, MAGICO E SOLARE

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L’iperico qui trattato, quello della tradizione popolare e magica, è l’Hypericum perforatum: da non confondere con le varietà ornamentali, per esempio l’Hypericum Hidcote, che non ha le stesse proprietà di quello selvatico.

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Come riconoscere e raccogliere l'iperico
Potete fare dei confronti sui libri o in rete, ma non guardate le cultivar (le varietà) commerciali, gli ibridi, o l’iperico delle fiorerie: cercate unicamente quello selvatico: è più umile di quello che trovate dai fioristi, che è frutto di mutazioni create ad arte. A noi serve l’iperico spontaneo, comune, campestre perchè questo iperico, modesto ma potente, è quello della nostra tradizione (l'iperico spontaneo si chiama Hypericum Perforatum mentre dai fiorai potete trovare il classico Hypericum Hidcote).
Per il riconoscimento avvaletevi anche delle descrizioni nelle schede botaniche, reperibili anche in rete, come questa:

"Hypericum perforatum, famiglia: Hypericaceae - Descrizione: Pianta perenne, erbacea, rizomatosa, fusti glabri, prostrati e lignificati alla base, con rami orizzontali afilli ± arrossati, rami fiorieri eretti e ramosi, con steli che presentano 2 rilievi che danno l'impressione di stelo appiattito. La pianta raggiunge il metro di altezza.
Le foglie sono opposte, quasi sessili o con brevi peduncoli, hanno lamina ovato-lanceolata cosparsa di ghiandole traslucide che in trasparenza sembrano forellini e ghiandole scure sul bordo.
I fiori sono riuniti in corimbi apicali multiflori, di colore giallo-oro; hanno 5 sepali acuti interi, con ghiandole nere al margine e 5 petali ovali, asimmetrici, dentatellati, con ghiandole scure sul bordo.
"
Da: www.actaplantarum.org/floraitaliae/mod_viewtopic.php?t=5325

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Cerchiamo di non farci trovare impreparati alla raccolta: le nostre pratiche possono richiedere un po’ di tempo, quindi è meglio programmare:
a inizio giugno iniziate a guardarvi attorno: a seconda delle zone e del clima, l’iperico può iniziare a mettere i fiori. I più esperti già a maggio potrebbero riconoscere le piantine ancora verdi. L’iperico predilige i campi assolati: non cercatelo nei prati in ombra e nei campi dove ci sia troppa erba perché cresce più facilmente nella terra un po' brulla, scabra, o perlomeno non fitta di piante, e ben soleggiata. Solitamente se ne trovano gruppi che crescono in un’area circoscritta. Non aspettatevi un tripudio di fiorelloni sfolgoranti: è una pianta esile e i capolini sono solo nella parte alta della pianta e sono piccoli. Tanti, ma piccini.

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Proprietà e utilizzi
L'iperico è una pianta vulneraria (cioè accelera la cicatrizzazione): se ne può usare l'oleolito, ma deve essere fatto nel periodo giusto e con tutti i canoni perchè vengano estratti i costituenti. L'oleolito pare essere uno dei metodi casalinghi migliori per la conservazione dei principi attivi: altre tecniche sono impraticabili se non da farmacisti, chimici e formulatori, poichè le sostanze sono attive solo se l'iperico è adoperato fresco o se vengono estratte e conservate con metodi professionali.
Poi l'iperico è un noto antidepressivo ma in giro si legge che a svolgere questa funzione è l'ipericina, mentre invece di recente si è scoperto che l'azione antidepressiva è generata dal mix di vari costituenti della pianta, cosìcchè l'ipericina da sola non funziona: questo ci insegna l'intelligenza di Madre Natura che ha "creato" una medicina completa con molecole che sono insieme nella stessa pianta e che solo in quella formulazione funzionano, e funzionano bene! Per le altre proprietà fitoterapiche rimando ai libri e alla rete dove trovare anche le specifiche chimiche. La relativa pagina di Wikipedia dà buone spiegazioni sui meccanismi antidepressivi di questa pianta.

Il tipico colore rosso dell'olio di iperico è dato dall'ipericina e facendo un paio di esperimenti casalinghi se ne può vedere chiaramente l'effetto anche semplicemente nei mutamenti del colore della pianta.

Nelle seguenti due fotografie ci sono due mazzi di iperico: il primo è stato tenuto in casa, al chiuso, mentre il secondo è rimasto esposto fuori al sole.
Dopo un paio di mesi il mazzo appeso al chiuso, benchè non al buio, ha mantenuto i colori originari della pianta fresca: fogliame verde e inflorescenze gialle. Mentre il mazzo esposto al sole ha assunto una colorazione di un rosso scuro piuttosto intenso:

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In egual modo l'olio di iperico assume la caratteristica colorazione rosso rubino quando in fase di preparazione viene lasciato esposto alla luce solare.

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OLEOLITO DI IPERICO

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Una breve premessa:
- l'olio di una pianta è olio puro prodotto ed estratto da essa, e questo è un procedimento professionale che lasciamo fare a chi è del mestiere e ha le strumentazioni adatte.
- l'oleolito è il prodotto dell'estrazione dei costituenti di una pianta mediante la macerazione in un olio vegetale, solitamente olio di semi di girasole, di mandorle, di riso, di jojoba, ecc. (questi sono i più usati, e quello di jojoba è consigliato in quanto tende a irrancidire meno degli altri).

Naturalmente non è così semplicistico dare una definizione: dovremmo parlare di decozione, di oli macerati, di digestione solare e di svariati altri tecnicismi ma lo scopo qui è di fare un facile e pratico oleolito di iperico, creato per scopi magici e rituali o -tutt'al più- come blando rimedio fitoterapico a uso esclusivamente topico, quindi anche in questo caso lasciamo le cose complicate a chi è del mestiere.

Per avere un minimo di naturalità il consiglio è di acquistare un olio "bio", nel caso del presente esperimento l'olio usato è quello di semi di girasole biologico e spremuto a freddo, reperibile con facilità e con un prezzo contenuto, anche in supermercati e ipermercati.

Il procedimento quindi consiste nel preparare innanzitutto le sommità fiorite delle piante di iperico. Per "sommità fiorite" si intendono... i fiori: compresi di tutte quelle parti "fogliose" che sarebbero impossibili da separare dal fiore, quindi per esempio i sepali verdi.
Le sommità fiorite le metteremo in un barattolo a cui aggiungeremo l'olio scelto, fino a coprire completamente i fiori, mescolando bene per eliminare le bolle d'aria. Poi chiuderemo il barattolo ermeticamente e lo esporremo al pieno sole dove resterà per almeno un mese. Con l'accortezza di scuotere brevemente il barattolo una volta al giorno. A tempo trascorso l'oleolito avrà assunto la tipica colorazione rossa: a quel punto basterà filtrare l'olio estraendo i fiori macerati. Infine l'oleolito ottenuto lo possiamo riporre in una bottiglietta che manterremo al buio.

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Quindi -in breve-:

- raccogliete i fiori
- metteteli in un barattolo
- copriteli di olio e mescolate
- esponete il barattolo, ben chiuso, al sole
- scuotetelo brevemente ogni giorno
- lasciatelo esposto almeno un mese
- filtrate strizzando bene i fiori
- mettete l'oleolito ottenuto in una bottiglia e conservatela al buio

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Le tempistiche suggeriscono di raccogliere i fiori di iperico nei giorni attorno al solstizio estivo (nel cosiddetto "tempo balsamico" della pianta*) e di mantenere il barattolo a macerare dalle quattro alle otto settimane. Una volta ottenuto l'oleolito si consiglia di tenerlo non oltre un anno: al successivo Sabba di San Giovanni se ne creerà un altro. E così via ad libitum.

Non aspettatevi una profumazione paradisiaca: l'olio di iperico sa solo da... olio cotto! Al termine della preparazione si può dare qualche nota profumata all'oleolito aggiungendovi qualche goccia di un olio essenziale, scelto a seconda della tradizione magica che seguite e del vostro gusto personale.

L'oleolito di iperico va conservato al buio: se non avete una bottiglia in vetro scuro, potete realizzare un copri-bottiglia in stoffa pesante, come questi * :

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Come specificato sopra, per ottenere un oleolito di iperico dal tipico colore rosso rubino si consiglia l'esposizione totale al sole, quindi non si dovrebbe coprire il barattolo per esempio con la carta stagnola come consigliato in molti blog, né è necessario ritirare il barattolo la sera per far decantare la macerazione: ci pensa la notte a mantenerlo al buio!
Ciò che è basilare per ottenere un buon risultato dunque è l'esposizione al sole pieno: non basta il semplice calore, né la sola luce, e di seguito vi propongo un link in cui c'è un esperimento che con un certo rigore spiega bene le dinamiche dell'esposizione dell'oleolito:
http://naturaebellezza.forumfree.it/?t=71088106

Ed ecco un tutorial che illustra con semplicità tutto il procedimento: www.youtube.com/watch?v=rdxQt9UriV0;. A parte il suggerimento di coprire il barattolo con il foglio di alluminio, il tutorial è esaustivo e ben fatto.

Avvertenze
Come detto, non ci preoccupiamo di fare una preparazione da Farmacopea Ufficiale, non ne abbiamo le competenze e il nostro oleolito sarà solo un unguento magico, anche solo simbolico, e anche semplicemente una "prova d'autore" molto basic per entrare nel mondo della Magia Verde, della Stregoneria e dell'Erboristeria Magica, senza pretese.
Questa specifica va fatta perchè è facile incorrere nella lettura di articoli neopagani di "streghe verdi" improvvisate che stilano ricette pseudo-erboristiche senza competenza e senza elencare rischi e conseguenze di una preparazione non fatta ad arte o usata per fini sbagliati. Il nostro sarà quindi un semplice oleolito casalingo stregonesco, e per avere informazioni più dettagliate su come produrlo, basta cercare in rete dove possiamo trovare tantissimi siti e blog professionali in cui ci sono spiegazioni magari non specificamente riferite agli usi magici di questo olio ma utili a realizzare un buon prodotto cosmetico o medicamentoso.
Fare oleoliti è un po' come fare le marmellate e le conserve. Riescono bene solo se si ha una consolidata esperienza che dia una disinvoltura che porti a riuscire bene in ogni tentativo conoscendo bene regole ed errori da non fare.
Nelle preparazioni casalinghe infatti i rischi possono essere molteplici: le sommità fiorite possono essere contaminate da pesticidi e, se gestita male, la macerazione potrebbe trattenere acqua e aria generando colonie di batteri e spore di botulino: nondimeno la non corretta macerazione potrebbe impedire la perfetta estrazione dei fitocomplessi. Infine il fatto che sia l'ipericina a donare la colorazione rossa all'olio non significa che la sua concentrazione e i suoi poteri rendano l'oleolito una medicina, magari come antidepressivo: la chimica di questa preparazione subisce molti mutamenti, per via dell'olio vegetale che fa da solvente estrattore, del calore del sole, della modalità di macerazione e di altre variabili. Oggigiorno se si vuole un olio fatto con tutti i canoni, che sia sano, "bio" e non tossico, è meglio avvalersi di un prodotto acquistato in una buona erboristeria. Quindi se fate in casa questo oleolito ricordate che è sconsigliato adoperarlo a fini curativi. E, soprattutto, mi duole dirvelo, ma devo: non ungetevi con questo oleolito per volare ai Sabba... mi spiace... bè... ehm.. ecco... non funziona così! :strix:

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Raccolta Magica


La pianta dell'iperico si può usare per creare mazzetti da appendere o da usare nelle celebrazioni, per creare incensi, per realizzare sacchetti magici e per fare oleoliti e unguenti.

Preparate una cesta voluminosa o –se non ne avete una- un sacchettone di carta di quelli per la spesa robusti e muniti di manici. Se volete sfruttare l’iperico per le molteplici realizzazioni magiche e curative tradizionali, anche in previsione di donarne a parenti e amici, e in prospettiva di averne una scorta bastante per l’anno canonico, predisponetevi a portare a casa un grosso mazzo di piante. Naturalmente il taglio non dovrà essere una diabolica mietitura! Tagliate al bisogno (ricordando di estrarre anche alcune radici!) e lasciate nel campo tante piante quanto bastino affinché l’anno successivo ricrescano. E' pur vero che è una pianta perenne, ma a patto di mantenere inalterato l'habitat in cui vive.

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Se volete farne mazzetti, preparate anticipatamente del nastro, che può essere di rafia o di corda.
Mentre legherete i mazzolini, badate a ottenere anche un cappio con cui appenderli, magari sull'uscio di casa come da tradizione.

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Con le piante rimaste che non avrete adoperato per farne mazzetti, potrete creare dell'incenso: fatele asciugare bene, vicino a un fuoco o in forno a calore moderato, poi sminuzzatele e pestatele nel mortaio aggiungendovi poi le resine (benzoino, olibano, mirra, ecc.) e altre piante magiche.
Se avete estratto anche le radici dell'iperico, pulitele dalla terra in eccesso e mettetele poi in sacchettini magici di protezione, preferibilmente di tela naturale, e chiudeteli con un nastrino di colore rosso.
Infine, una parte dei capolini fioriti li destinerete alla produzione del magico oleolito.

° La parte magica di queste operazioni (preparazione dell’incenso, confezionamento dei sacchetti magici, legatura dei mazzolini e così via) potete realizzarla durante il Sabba (magari anche sfruttando il sacro falò per l'eventuale essicatura nonchè per i riti di protezione) accompagnandola con le giaculatorie, gli inni, le preghiere propiziatorie e le gestualità della vostra tradizione.

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Per gli usi magici bisogna dire che dell'iperico se ne parla secondo la concezione cristiana, quindi è definito "cacciadiavoli" e scaccia persino... noi streghe! Però sotto i rituali ammantati di tradizioni cristiane ci sono gestualità pagane antiche, e nella fattispecie di questa pianta la parola d'ordine è: protezione.
Il fusto lignificato e la robustezza dell'iperico si prestano a crearne dei mazzetti che possono durare mesi senza scomporsi o frantumarsi. Infatti solitamente è proprio la forma a mazzolino la più usata: se ne possono appendere davanti a casa, o all'ingresso; sulle culle dei neonati o nelle stanze degli adolescenti; poi nei luoghi di lavoro e, per proteggere il bestiame, in stalle, pollai e cucce.
E' forse la più importate pianta di protezione: è solstiziale, secerne una sostanza colorata di rosso, la nota ipericina, e rosso è il colore che prende seccata al sole, e ciò ricorda il sangue, quindi la vita. La colorazione associata alle proprietà cicatrizzanti e antinfiammatorie hanno reso l'iperico davvero miracoloso in epoche in cui la fitoterapia era l'unica arte medica: i medici ne avevano sempre una scorta (spesso compreso l'oleolito), anche quelli che seguivano gli eserciti in guerra.
Bruciati nel camino o lanciati sopra i tetti, a seconda delle tradizioni, i mazzi di iperico tengono lontani i fulmini. I fiori essicati possono essere conservati in sacchettini, magari assieme ad altre piante protettive.

E’ importante infine aggiungere che i fiori dell’iperico servono anche a comporre, assieme alle altre inflorescenze tradizionali, l'acqua di San Giovanni.

Tutto ciò che sentiamo e leggiamo è tradizionalmente legato, come detto sopra, al fatto di scacciare diavoli e streghe, noi naturalmente lo interpreteremo come magia atta ad allontanare le negatività al fine di proteggere noi, i nostri cari, le nostre proprietà e i nostri animali.

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Usi magici: l’oleolito di iperico si usa per purificare lo spazio sacro prima delle consacrazioni; se ne può aggiungere un po’ alle preparazioni di incensi per i riti di difesa e di allontanamento. Ottimo per i rituali di esorcismo (dove per esorcismo non si intende la sua definizione cristiana ma si indica allontanamento, bando). Questo oleolito è adatto per pulire e purificare anche gli oggetti, prima del loro uso o prima di consacrarli o di caricarli: strumenti magici, sigilli, marche, cristalli e oggetti comuni.



Cero esorcistico:
- Scegliete un cero, o una candela, di colore bianco
- Ungete il cero partendo dal centro verso l’esterno usando indice e medio uniti
- Incidete il cero con una formula appropriata al rito scelto
- Ungete nuovamente
- Accendete il cero dopo averlo posizionato in un luogo protetto dagli spifferi d’aria e bruciate fino a esaurimento

Lecanomanzia (forma di idromanzia*):
- Prendete una ciotola e riempitela di acqua pura (di sorgente o comunque acqua corrente)
- Fate cadere tre gocce (o tre spruzzi) di oleolito di iperico nell’acqua della ciotola
- Apponete i sigilli sulla ciotola d’acqua scelti a seconda della vostra tradizione (per esempio segnature con le dita)
- Smuovete l’acqua con le dita poi divinate o “leggete”, sempre a seconda della vostra tradizione
(questo sortilegio è simile al rito per rilevare il malocchio, comune ad alcune tradizioni legate al cristianesimo)
Se fate questo rito a San Giovanni e avete dell’iperico fresco, circondate il recipiente usato per l’idromanzia con rametti e/o fiori.

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Spunti e approfondimenti:

* TABELLE DEL TEMPO BALSAMICO DELLE PIANTE

* I CAPPUCCINI MAGICI: copri-bottiglia e copri-vasetto DIY

* SACCHETTINI DI PROTEZIONE

*IDROMANZIA

*NOTTE DI SAN GIOVANNI: ANTICHE USANZE

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Edited by Deomira ErbaLuna - 22/6/2021, 21:10
 
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view post Posted on 17/6/2017, 23:59
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Riveduto, corretto e compattato in un'unica monografia, affinchè tutte le info sull’iperico siano fruibili con facilità :)

I vari post che avevo scritto in precedenza e dai quali ho infine compattato questo lavoro, li trovate sparpagliati nel seguente topic: #entry586066940
 
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view post Posted on 27/6/2017, 00:24
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Un bel lavorone. :woot:
 
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view post Posted on 28/6/2017, 21:22
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Eh sì, ho impiegato qualche mese tra raccolta, rituali, alambicchi e gatti curiosi che gironzolano attorno in continuazione :wcat: :fcat:
 
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view post Posted on 29/6/2017, 12:20
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:haaha: :kss:
 
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view post Posted on 24/6/2018, 22:25
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Intanto... nella notte di San Giovanni...

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E il mattino dopo...

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