PIETRE DI LUNA - vie pagane

OSTARA - LETTURE SCELTE

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view post Posted on 19/3/2019, 13:35
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OSTARA - LETTURE SCELTE

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Messaggero di primavera, usignolo, voce amabile...

(Saffo, Frammenti - Fr 136, Voigt)


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LA RINASCITA.
OSTARA, LA FESTA DELLA MADRE DEL FUOCO

(brano tratto da: “Sacerdotessa di Avalon, Sacerdotessa della Dea” di Kathy Jones, Ed. Ester)

Ostara è la festa della Madre del Fuoco, celebrata all’equinozio di primavera, intorno al 21 marzo, quando vi sono pari ore di luce e buio a segnalare il ritorno della luce.
Ad Avalon onoriamo Nolava del Fuoco e della Luce, Cliton la Morgen del Fuoco e della Primavera; celebriamo Artha, la Grande Orsa dei Cieli e della Terra, il cui contorno stellato ruota attorno al polo centrale dei nostri cieli durante tutto l'anno, quando si guarda da queste isole. Onoriamo anche Grainne, Dea del Sole, il cui globo solare sale ogni giorno ad est, portando luce e nuova vita alla Terra, senza di lei tutta la vita perirebbe. Onoriamo Sulis, donna Sole, celebriamo Eostre o Ostara, la Madre della Rinascita, il cui nome è stato utilizzato per nominare la Pasqua in lingua inglese con il termine Easter.
Ostara è la stagione della Rinascita della Vita, l'inverno è finito e anche se può fare ancora freddo e umido, le giornate sono sempre più calde. A Ostara la natura rinasce e riprende attività, tutta la vita si rinnova, la linfa ritorna nelle piante e negli alberi, germogli appaiono sui rami, gemme e fiori primaverili si aprono ai venti di marzo che arrivano come leoni e se ne vanno come agnelli. Piogge e alte maree primaverili inondano la terra bassa e Avalon può essere vista ancora una volta come un'isola circondata dall'acqua.
Le notti sono ancora fredde e le giornate sono più calde, quindi le nebbie di Avalon sorgono molte volte colmando la bassa Terra dell'Estate. Tutto ciò che è visibile dalla cima del Tor sopra la nebbia sono le lontane Colline di Mendip. Negli animali e negli esseri umani nasce il desiderio di accoppiarsi. Gli uccelli cantano e cominciano a costruire nidi su alberi e siepi. Gli animali si chiamano l'un l'altro e cominciano a perdere i loro spessi manti invernali.
A Ostara costruiamo bacchette magiche di fuoco come simboli del fuoco rinnovatore di Eostre. Rivendichiamo la Pasqua per la Dea dipingendo le uova della rinascita.
Onoriamo il nostro fuoco creativo per esprimere i nostri sentimenti profondi per la dea in forme creative come oggetti d'arte e di artigianato.
Ostara è uno dei due equinozi dell'anno in cui la luce e le tenebre entrano momentaneamente in equilibrio, in questo periodo spesso ci rendiamo conto di quanto siamo fuori equilibrio come esseri umani, di quanto profonde siano le ferite del femminile nel mondo e all'interno della nostra psiche. Creiamo dunque cerimonie che porteranno in equilibrio la nostra luce e il nostro lato buio, la nostra realtà interiore ed esteriore, celebriamo l'illuminazione di Cliton.

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Dalle Georgiche di Publio Virgilio Marone, Libro II, trad. S. Quasimodo:

Alle selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera; a primavera
gonfia la terra avida di semi.
Allora il Cielo, padre onnipotente, scende
con piogge fertili nel grembo della consorte,
immenso si unisce all’immenso suo corpo,
accende ogni suo germe. Gli arbusti remoti risuonano
del canto degli uccelli, e gli armenti ricercano Venere,
e i prati rinverdíscono alle miti aure di Zèfiro.
E i campi si aprono; si sparge il tenero umore;
ora al nuovo sole si affidano i germogli.
E il tralcio della vite non teme il levarsi degli austri
né la pioggia sospinta per l’aria dai larghi aquiloni,
ma libera le gemme e spiega le sue foglie.
Giorni uguali e così luminosi credo brillarono
al sorgere del mondo; fu primavera, allora.
primavera passava per la terra. Ed Euro
trattenne il soffio gelido quando i primi
animali bevvero la luce, e la razza degli uomini
alzò il capo nei campi aspri, e le belve
furono spinte nelle foreste e le stelle nel cielo.

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STREGONERIA ITALIANA: IL SABBA ITALIANO - PRIMIERA
Dal libro “Il Sabba italiano” di Sheanan e ArdathLili, Ed. Sepolcreta e dal sito “Corte degli Scontenti”.

Primiera (Notte del 20 su 21 marzo) - Il bilanciamento cosmico
Il perfetto equilibrio tra la tenebra e la luce è segnato dall'equinozio di primavera, e la parola stessa derivante dal latino "æquus nox", sta a significare che il lasso di tempo che intercorre tra il periodo notturno e quello diurno è il medesimo, anche se in questo bellissimo periodo dell'anno le ore di luce stanno soppiantando gradualmente quelle di buio e la Ruota delle streghe si accomoda inesorabilmente verso la bella stagione delle lunghe giornate estive. Per questo motivo la festa di Primiera è accomunata nel paganesimo al pensiero della rinascita e della fertilità.
Nelle tradizioni druidiche la primavera astronomica è festeggiata nelle ricorrenze di Imbolc, Ostara e Beltane che rispettivamente ne scandiscono il tempo: Imbolc come rappresentazione dei primi movimenti naturali di rinascita, Ostara come dimostrazione effettivamente percepibile e Beltane come massima esplosione, in cui tutta la Natura esterna la propria vitalità. Sia a Roma che in altri paesi del Mediterraneo l'inizio dell'anno era segnato dall'avvento dell'Equinozio di primavera e nel culto di Mithra addirittura si fa riferimento ad esso come data solenne dell'inizio di tutti i tempi.
In questo periodo dell'anno pagano a Roma si celebravano le feste "Tristia" e le "Hilaria" in onore di Attis, figlio di Cibele, mentre in Grecia si svolgevano le "Adonie", in onore del bellissimo Adone, l'amato di Afrodite. Parallelamente, a Babilonia gli stessi Dei prendevano i nomi di Tammuz e la sua sposa Ishtar, mentre nei Misteri Eleusini in questo periodo si festeggiava Persefone risalita dal regno di morti al mondo reale. Esiste quindi un parallelismo tra la Primiera pagana e la Pasqua dei cristiani: una comune discesa in un mondo infero per risalire e rinascere successivamente (il Cristo discese all'inferno per la salvezza delle anime giuste).
Possiamo notare in tutte le celebrazioni pagane legate a questo periodo il legame naturale tra il ciclo vitale solare e il suo aggancio al risveglio della vita terrestre, con un non poco marcato simbolismo cosmico quale la relazione tra la divinità maschile, solare e positiva e la corrispondente femminile e negativa legata indiscutibilmente alla Terra o alla Luna. Anche in questo caso come per le feste precedenti, il fuoco e la luce la fanno da padroni nella simbologia celebrativa, tanto che è rimasta intatta per secoli la tradizione di accendere sui campi delle colline più alte i grandi fuochi di Ostara.
L'etimologia della parola Ostara ci riconduce ad Eostre, la stella dell'Est o Venere, dea della fertilità collegabile nell'aspetto divino all'Isthar babilonese e all'Afrodite greca. L'animale totem di Primiera è la lepre, anch'essa simbolo di fertilità, tanto da divenire considerato in alcuni casi uno dei tanti "famigli" delle streghe e essere associato a diverse divinità lunari come Freya, Iside, Afrodite e la stessa Eostre. L'abitudine di consumare uova di cioccolato o uova naturali decorate per la ricorrenza deriva da un'usanza pre-cristiana, essendo l'uovo stesso un emblema vitale di rigenerazione e di creazione, tanto da far supporre l'idea della nascita dell'universo attraverso la schiusa del guscio di un uovo, quale portatore del precursore germe di vita, nell'immaginario di tantissime civiltà. Un uovo divino quindi, generato da una Grande Dea e schiuso agli occhi del nulla più assoluto dal Dio maschile, esordio essenziale per la nascita di tutte le cose.
Ma se l'uovo è l'emblema della festa di Primiera, la sua erba sacra è il trifoglio, rappresentato sovente come il Triskele ed accomunato dagli irlandesi alla ruota solare, al Cerchio magico ed agli Elementi. Primiera è il risveglio di tutta la natura dal lungo letargo invernale, lasso di tempo in cui il seme germogliato a Candelora comincia appieno la sua manifestazione di forza prorompente.
Sebbene l'atmosfera equinoziale porti al nostro organismo influssi benevoli, dobbiamo tenere presente che ogni cambio stagionale repentino può favorire l'insorgere di squilibrio e nervosismo, per questo motivo sarebbe bene in questo periodo trattare con maggiore attenzione il nostro fisico, magari apportando alcune modifiche alla nostra dieta alimentare.
Primiera è un periodo di innovazione pratica, è tempo di mettere in atto tutti i validi propositi che ci siamo prefissati durante il nostro lungo "ascolto interiore" invernale, magari ritagliando quel tempo che solitamente non possiamo concederci durante il resto dell'anno per riuscire ad accrescere il nostro cammino occulto, la nostra rinascita esoterica. Un ottimo spunto, vista la stagione propizia, potrebbe essere quello di cominciare a coltivare un piccolo orto con tutti i "semplici" che possono servire al nostro laboratorio stregonesco, anche solo per impreziosire la nostra cucina o per arricchire la nostra conoscenza in fatto di tisane depurative.
Un aspetto che a noi piace prendere in considerazione è quello di simboleggiare nei semi e nelle piantine che andremo ad interrare, tutti i propositi che ci siamo prefissati, cosicché piantandole sarà come allacciare i nostri desideri alla Terra e in un certo qual modo farli arrivare tra le amorevoli braccia degli Dei.


Il giudizio di Paride
Le metamorfosi, o L'asino d'oro, di Lucio Apuleio - Libro X

La Primavera, che timidamente tornava a rivestire ogni cosa di turgide gemme, a ricoprire i prati di smaglianti colori, anche le rose sarebbero rifiorite dal loro guscio spinoso e avrebbero sparso intorno il loro soave profumo, le rose che mi avrebbero fatto tornare il Lucio di un tempo.
[...]
Giovinetti e fanciulle nel fiore degli anni, tutti assai belli e splendidamente vestiti, avanzando con grazia, s'accingevano a danzare la pirrica alla maniera greca e, in file serrate, compivano eleganti evoluzioni, ora formando cerchi, ora disponendosi per linee oblique o ad angolo a formare un quadrato, ora dividendosi in due schiere. Ma quando uno squillo di tromba pose fine a tutte quelle giravolte e a quei complicati esercizi, le tende furono arrotolate, il sipario venne piegato e apparve la scena.

Si vedeva una montagna di legno, altissima, simile al famoso monte Ida cantato da Omero, ricoperta di piante vere, tutte belle verdeggianti; dalla cima, grazie all'abilità del macchinista, scaturiva una sorgente che versava le sue acque giù per le pendici, come un fiume; alcune capre brucavano l'erbetta e un giovane, che rappresentava Paride, il pastore frigio, le guardava, stupendamente vestito con un mantello di foggia orientale, che gli scendeva dalle spalle e una tiara d'oro sul capo.
Accanto a lui un fanciullo bellissimo e tutto nudo salvo che per la piccola clamide che gli copriva la spalla sinistra; erano uno stupore i suoi capelli biondi e da essi spuntavano due piccole ali d'oro, simmetriche, perfette: era Mercurio e portava la verga e il caduceo.
A piccoli passi di danza egli avanzò reggendo nella destra una mela d'oro che porse al giovane raffigurante Paride, indicando con un cenno l'incarico che gli aveva affidato Giove, poi con la stessa grazia si ritrasse e scomparve.
Apparve allora una fanciulla dai nobili lineamenti, che faceva la parte di Giunone; aveva, infatti, il capo coronato da un diadema scintillante e recava lo scettro. Poi entrò nella scena un'altra che non avresti potuto confondere: era Minerva e aveva un elmo scintillante in capo e sull'elmo una corona d'ulivo; imbracciava lo scudo e scuoteva la lancia simile in tutto alla dea quando scende in battaglia.
Dietro di lei venne una terza: per lo splendore della sua bellezza, pel suo divino incarnato, rappresentava Venere, una Venere ancora fanciulla, che mostrava il bel corpo ignudo e la perfetta armonia delle sue forme: un leggero velo di seta appena adombrava il dolcissimo pube. Un vento birichino, scherzando amabilmente con quel velo, or vi soffiava dentro sollevandolo, sì da mostrare il fiore di quella adolescenza, ora, lascivo, lo faceva aderire a quel corpo perché meglio segnasse le voluttuose forme.
Due colori esaltavano la bellezza della dea: il candore del suo corpo, a dire che veniva dal cielo, l'azzurro di quel velo, come colei ch'era uscita dal mare.
Le tre fanciulle che raffiguravano le tre dee, avevano ciascuna il loro seguito: accompagnavano Giunone Castore e Polluce che portavano in capo elmi a forma di uovo, dai cimieri scintillanti di stelle, naturalmente, anch'essi giovani attori.
La fanciulla che impersonava questa dea si avanzò al suono modulato del flauto ionico e con gesti misurati, senza affettazione, con una mimica semplice, promise al pastore che se le avesse assegnato quel premio di bellezza ella gli avrebbe dato il dominio di tutta l'Asia.
L'altra, di tutto punto armata, e che quindi faceva la parte di Minerva, era scortata da due giovinetti, il Terrore e il Timore, i due scudieri della dea guerriera, che brandivano spade sguainate. Li seguiva un flautista che alla maniera dorica suonava un motivo di guerra e alternava suoni gravi a squilli acuti come di tromba per dare slancio maggiore all'agile danza.
Ella scuotendo il capo con gesti strani e concitati fece intendere a Paride che se avesse dato a lei la vittoria in quella gara di bellezza sarebbe diventato, col suo aiuto, un guerriero famoso per i molti trofei.
Ma ecco finalmente Venere: s'avanzò circondata da uno sciame festoso di bimbi, tra gli applausi scroscianti del pubblico, e con un dolce sorriso venne a fermarsi proprio in mezzo alla scena.
Quei bimbetti paffuti, dalla pelle bianca come il latte, sembravano proprio amorini volati allora allora dal cielo o dal mare: con quelle loro alucce, infatti, con quelle piccole frecce e per tutto il resto corrispondevano perfettamente all'immagine vera e alla loro signora aprivano il cammino con fiaccole lucenti, come se ella dovesse recarsi a un banchetto di nozze.
Ed ecco sulla scena, spargendo fiori a ghirlande, fiori sciolti in onore di Venere, sciamare due leggiadre schiere di fanciulle, di quale Grazie amabili, di là le bellissime Ore, serrare in una danza vaghissima la regina del piacere e rallegrarla con i doni della primavera.
Allora i flauti dai molti fori cominciarono a suonare le dolci melodie della Lidia e a quel suono, che rapì l'animo degli spettatori, Venere cominciò ad accennare un passo di danza, prima esitante, lentissimo, poi, lievemente oscillando sul busto e appena accennando col capo, ad accompagnare con gesti voluttuosi quella musica dolce; le sue pupille ora si socchiudevano languide, ora brillavano fiere ed era talvolta una danza di sguardi.
Quando ella giunse dinanzi al suo giudice non altro che con la danza delle sue braccia parve promettere a Paride una sposa bellissima, del tutto simile a lei, se egli l'avesse preferita alle altre dee.

E così il giovane frigio, consegnò volentieri, a lei, in segno di vittoria, la mela d'oro che teneva nella mano.

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Cantico dei Cantici - Ct. 2, 10-14:

Ora parla il mio diletto e mi dice:
«Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
Perché, ecco, l'inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n'è andata;
i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
Il fico ha messo fuori i primi frutti
e le viti fiorite spandono fragranza.
Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è leggiadro.

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Io già sento primavera
che s’avvicina coi suoi fiori:
versatemi presto una tazza di vino dolcissimo


(Alceo, Fr. 367, Voigt, trad. S. Quasimodo)


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Le immagini tratte dalla rete sono dei rispettivi autori.

- OSTARA: la LEPRE e il Coniglio (le vere origini della pasqua)

- Biblioteca: OSTARA - LEGGENDE DI PRIMAVERA

- PASQUA PAGANA - pagan home decor
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Edited by Deomira ErbaLuna - 18/3/2020, 21:34
 
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Bel post. Infatti si sentono già i profumi della primavera. :smak:
Ah non esagerare col vino che poi succede come l altra volta. :haaha:
 
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view post Posted on 20/3/2019, 21:25
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Profumi e colori :looov: :happ:

P.S. Se ogni volta che passo a trovarti ti ostini a regalarmi una damigiana di vino friuliano sapendo che in scopa non saprei come trasportarla, per forza mi tocca berla tutta prima di partire :blink: Poi ti sei stupita che sia caduta sui tetti del Vaticano :woot: ...e non mi hanno restituito la scopa..........
 
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view post Posted on 11/4/2019, 20:21
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:haaha:
 
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