PIETRE DI LUNA - vie pagane

San Martino, festa pagana

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view post Posted on 10/1/2016, 01:43
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Advanced Member AbbracciaGatti

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SAN MARTINO, FESTA PAGANA
-memorie pagane nel mito del santo-


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Anche al cambio di stagione autunnale/invernale c’è l’ennesimo santo cristiano che mantiene alcune caratteristiche pagane: in questo caso si tratta di San Martino, vescovo di Tours, figura realmente esistita nel IV secolo ma che, come sempre, è stata mitizzata, nel bene e nel male.

San Martino, che si celebra l’11 novembre, fu “usato” dagli agiografi cristiani come fulgido esempio di grande evangelizzatore delle genti delle campagne, come distruttore di idoli pagani, di templi e di alberi sacri, ma la gente continuava a seguire le antiche usanze per le quali alcune feste del raccolto erano concentrate proprio in prossimità della giornata dedicata a lui, appunto l’11 novembre; data intorno a cui si festeggiano la fine della vendemmia, la raccolta delle castagne, la macellazione del suino e l’inizio dell’inverno (talvolta scandita dalle miti giornate della cosiddetta “estate di San Martino”). Questa ricorrenza è intrinsecamente legata a Ognissanti/Samhain, per le sagre, le castagnate, i simbolismi, le tradizioni e i falò di antica memoria. Il culto dei santi è il crogiuolo in cui restano accese le braci degli antichi culti pagani, e il paganesimo non si è estinto proprio per “merito” dei distruttori di idoli pagani, come San Martino stesso.

Per cominciare con degli esempi, nel seguente link che vi propongo c'è una breve spiegazione delle origini pagane del mito di questo santo, anche tramite le citazioni dell'antropologo Cattabiani: http://scienzasacra.wordpress.com/2013/11/11/581/

Qui nel link di seguito, la festa di San Martino viene elencata come una delle feste dei falò invernali, nella fattispecie in Abruzzo: www.profesnet.it/DABRUZZO/tradizioni/atri_faugni/index.html

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San Martino e la Magia
San Martino di Tours era un vescovo di una zona celtica. All'epoca l'evangelizzazione delle genti pagane era serrata e fu proprio allora che il termine pagano (da pagi, zona di campagna) assunse la connotazione di non-cristiano.
Sono molte le agiografie che narrano di santi che facevano conversioni di massa tramite atti magici che dovevano dimostrare il potere del nuovo dio cristiano. L'evangelizzazione prevedeva non solo la conversione ma anche la distruzione degli "idoli": venivano quindi bruciati i nemeton, abbattuti gli alberi sacri, distrutte le statue che rappresentavano le divinità. E al posto dei santuari pagani si facevano le nuove chiese cristiane.
San Martino fu uno di quegli evangelizzatori. E le narrazioni su questi santi sono sempre molto infantili e condite di magia.

Ecco come veniva “pubblicizzato” il San Martino distruttore di idoli pagani (il biografo fu un suo contemporaneo, in un'epoca piena di superstizioni, ma ancor oggi su molti siti queste fandonie vengono spacciate per vere, e c’è chi ci crede):
Cit.: "Sollevata la mano verso quelli che sopraggiungevano, Martino fece il segno della croce e ordinò alla folla di fermarsi […] quegli infelici, innanzitutto, si irrigidirono come rocce; poi, quando con grandi sforzi tentavano di andare avanti, non essendo capaci di avanzare, giravano su se stessi piroettando in maniera ridicola [...] Attoniti, guardandosi gli uni gli altri, si chiedevano in silenzio ciò che fosse capitato loro [...] Così, quando egli volle, li costrinse a fermarsi e, quando gli sembrò opportuno, permise loro di andarsene. Da: www.comunitasanmartino.it/sm/compon...article/61.html

Dunque San Martino con un gesto magico immobilizza una folla di persone impegnate in un corteo funebre; fa il segno della croce e i presenti si irrigidiscono, e se tentano di muoversi assumono pose buffe: a me ricorda tanto un freeze flash mob ante litteram. Come questo:


Possiamo quindi festeggiare San Martino anche come antesignano dei frozen flash mob!

Reminiscenze pagane
Tralasciando l’agiografia ufficiale nonché le agiografie “apocrife” e le leggende che si sono aggiunte via via nei secoli, vogliamo qui approfondire quelle caratteristiche e quegli attributi di origine pagana che ancora oggi accompagnano la fama di San Martino.
Innanzitutto, come spesso è accaduto, la vita mitizzata si è sovrapposta alla vita reale di una persona vissuta secoli fa: come a dire che un personaggio realmente esistito rende più credibile il mito.
Una parte importante nella mitizzazione di San Martino, ma anche di altri santi, la ha avuta la meteorognostica, una specie di meteorologia popolare basata sull’interpretazione degli eventi climatici e dei segni manifestati da animali e piante a seconda delle stagioni.
I fattori climatici sono influenzati largamente dal moto solare che regola le stagioni. E’ per celebrare queste ricorrenze che l’Uomo ha “creato” i Sabba solstiziali ed equinoziali: Yule, Ostara, Litha e Mabon.
E il moto solare condiziona anche la Natura, la cui influenza è importante per la sopravvivenza umana dipendente dalle coltivazioni e dagli allevamenti. E’ così che sono nati i restanti Sabba di Samhain, Imbolc, Beltane e Lughnasadh.
Comprendendo sia i cosiddetti Sabba Maggiori che i cosiddetti Sabba Minori, tra un Sabba e l’altro passa all’incirca un mese e mezzo, cadenzando l'intero ciclo annuale con una certa regolarità. Regolarità che, umanamente, tranquillizza le genti. Non importa se "la ruota dell’anno" sia stata definita un’invenzione neopagana o wiccan, fatto sta che in una buona parte del globo terrestre si sono celebrati da tempo immemore, con tradizioni e nomi diversi, tutti i Sabba all’incirca nelle date come le conosciamo (e celebriamo) oggi.
Ogni proverbio meteorognostico riferito a un santo o a una santa è una perpetuazione di quelle antiche celebrazioni calendariali, non solo precristiane ma universali. Sono quindi nati proverbi, aforismi e detti che inizialmente basati sulla meteorognostica pagana, sono stati fusi con episodi e segni inerenti i santi, come per esempio l’espressione “estate di San Martino”.
L’esempio più eclatante delle reminiscenze pagane in cui l’influsso del moto solare era determinante è in questo proverbio che tratta del cammino solare, conosciuto e recitato trasversalmente in tutte le regioni italiane nei relativi dialetti e riassumibile in italiano così:

a Santa Lucia una punta d’ago, a Natale un passo di gallo, all’Epifania un’oretta e a Sant’Antonio un’ora buona

Va da se che anche nel caso di San Martino, la maggior parte dei proverbi in cui è citato, altro non è che una stratificazione di antiche memorie pagane confluite nel mito del santo.

Legare eventi atmosferici o celesti connessi ad allevamento, pastorizia e colture, a giorni celebrativi è nella natura dell’Uomo: le date precise favoriscono gli incontri, che favoriscono la socializzazione: ancor oggi è bello infatti ritrovarsi tutti assieme alla tipica castagnata di San Martino. In queste date i raduni non erano di solo svago, anzi avevano soprattutto rilevanza commerciale, professionale, politica: attorno ai primi di novembre si intraprendevano attività quali la pianificazione di affitti, di contratti, di transazioni mercantili. Tuttora persiste quest’uso di concentrare meeting, fiere e manifestazioni ai primi di novembre: lo testimonia per esempio Fieracavalli a Verona, che nacque nel 1898. La Chiesa, per sancire la propria supremazia sulle attività umane, sacre o profane che fossero, non ha fatto altro che sovrapporre le sue feste cristiane a queste date.

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San Martino e l’oca
Spesso anche gli attributi dei santi nascono dalla cultura pagana: abbiamo visto come il maialino di Sant’Antonio Abate rappresentasse in realtà il cinghiale celtico.
Nel caso di San Martino, per marcare il sacro attributo dell'oca, rubato al paganesimo, fu “creato” ad arte dagli agiografi un episodio in cui il santo, nascondendosi per rifuggire alle mondanità della nuova carica a vescovo preferendovi la modestia della vita monastica, fu “segnalato” per via di uno stuolo di oche urlanti. In realtà oche, anatre e altri anatidi erano animali che proprio in autunno, come i maiali, venivano uccisi e le loro carni immagazzinate per l’inverno: l’autunno era scelto sia perché l’inverno imminente consentiva una buona conservazione delle carni, sia perché in un computo di semplice economia domestica, alimentare ulteriormente il bestiame, pollame compreso, sottraeva scorte alle famiglie. Le oche e le anatre selvatiche inoltre sono più facili da cacciare proprio durante le migrazioni autunnali. Per questi motivi (poco spirituali, molto pragmatici) maiale, oca e anatra sono divenuti un prelibato cibo autunnale. Senza però dimenticare che l’oca è un simbolo dell’inizio dell’inverno, presente in numerose mitologie: la sacra oca (o il sacro cigno) col suo migrare ci accompagna nelle stagioni.
In autunno nondimeno c’è una sovrabbondanza di provviste: carni, frutta, vegetali e cereali. In Abruzzo si dice che “ce sta lu sante Martino” a indicare proprio questa profusione di cibi.
Ma c’è abbondanza solo se il raccolto, l’allevamento e la caccia sono andati bene: mantenere questo stato necessita di riti e usi propiziatori: ecco perché gli alimenti sono santificati, ed ecco perché anche oca e maiale sono ritenuti sacri. Da qui a santificarli cristianamente il passo è stato breve.

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Rimarcare la sacralità rappresentata dalle oche in ogni epoca e in ogni cultura è scontato: l'oca ha accompagnato molte divinità ed è stata il centro di molti miti confluiti poi nelle fiabe per i bambini: ma di ciò parlerò in un'altra sede.

Altri fattori rimpolpano il mito: per esempio si dice che le oche migliori siano quelle dell’Est europeo, in particolare quelle ungheresi, e si da il caso che San Martino di Tours fosse ungherese: un punto in più per vincere l’elezione a mito, e di questo passo ai vari miti su San Martino si aggiungerà la vicenda Moncler con le sue oche ungheresi!

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San Martino e le corna
Le spiegazioni antropologiche sono sepolte sotto le innumerevoli interpretazioni popolari e cristiane. Potrei far scendere Cernunnos in mezzo a noi per far comprendere l’associazione delle corna con San Martino: nei tradizionali 12 giorni di festeggiamenti tra Samhain e l’11 novembre il popolo celebrava l’abbondanza e la fertilità, anche quella umana, come già accadeva a Beltane e sempre con festeggiamenti goliardici e spensierati. Gli animali con corna e palchi sin dall’epoca precristiana sono sempre stati considerati sacri, oltre che per la loro possanza, per via della loro utilità per la sopravvivenza umana come si è detto sopra. La controparte vivente di questi simboli sacri era di importanza centrale nelle celebrazioni. Sotto l'arcaica egida di Cernunnos e delle altre divinità cornute, mucche e buoi, capre e montoni sfilavano in processione, corni e palchi di cervo erano talismani onnipresenti. E pur smantellando la parte apotropaica più primitiva, ancor oggi questo genere di animali resta una parte importante del folclore: per esempio in molte sagre stagionali tuttora sfilano mucche adornate di fiori.
Non si trova però un chiarimento dotto che spieghi come mai le corna, attributo marcatamente virile, siano passate a chi la virilità l’ha avuta lesa. Forse la transizione è avvenuta, come spiega il Cattabiani, per tramite di quelle gare giocose intraprese dai giovani mascherati coi palchi durante i festeggiamenti, tipiche anche di Beltane.
In attesa di approfondire cerchiamo di non lasciarci imbrogliare da quelle spiegazioni puerili di stampo cristiano che servono solo a mitizzare ancor più il noto santo e a nascondere le vere, pure origini pagane di queste tradizioni.

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Odino e il mantello di San Martino
"Nel rigido inverno del 335 Martino incontrò un mendicante seminudo. Vedendolo sofferente, tagliò in due il suo mantello militare (la clamide bianca della guardia imperiale) e lo condivise con il mendicante. La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro." Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Martino_di_T...io_del_mantello

La vicenda del mantello fa parte di un vasto corpus di miti in cui Gesù assume le sembianze via via di mendicante, di vagabondo, di contadino e così via, per mettere alla prova la fede della gente a cui si presenta. Tutti queste caratteristiche però sono copiate dalle mitologie precedenti il cristianesimo e spesso si possono rinvenire nella figura di Odino.
A proposito di miti trasposti (e di re viandanti!) mi viene in mente che da piccola (molto piccola perché ero alle elementari) mi veniva spesso narrata una sorta di parabola, naturalmente spacciata per vera: Gesù per mettere alla prova gli umani si travestiva da viandante con un mantello e un cappello ampio... Gesù aveva anche assunto le sembianze di un guercio. Gesù, sotto le spoglie di viandante, visitava e ringraziava i poveri che lo trattavano bene e gli davano ospitalità, e metteva alla prova i ricchi che lo trattavano da mendicante, punendoli in seguito per la loro indifferenza. Ricordo l’insistenza con cui mi spiegavano l’importanza dell’ospitalità di un buon cristiano verso i viandanti. Nei racconti che venivano propinati a me e ai miei coetanei era aggiunta la particolarità che nei suoi peregrinaggi Gesù avrebbe visitato anche un fabbro.
Come per Gesù, anche l’outfit di San Martino consta del mantello magico: nell'agiografia del santo, è Gesù a interpretare il ruolo della divinità che si manifesta in modo velato (appare in sogno).
San Martino è l’archetipica figura divina con l’attributo della mantellina, la cui metà tagliata è indossata da un’altra figura divina: Gesù. Ecco quindi una scissione di identità e uno scambio di ruoli: fenomeno tipico del sincretismo.

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Ma chi poteva essere quel viandante che dissimulava la sua vera identità divina e che vestiva con un mantello, se non Odino?

Per chi non conosce il mito, ecco il link dell'ineffabile Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Odino#Odino....l_dio_viandante:

"Con un cappellaccio in testa e un mantello sulle spalle, a volte reggendosi alla sua lancia come ad un bastone, Odino viene dipinto come un dio viandante, che cammina per le vie del mondo.
Egli si muove lungo le strade come un pellegrino, dissimulando il suo aspetto e la sua reale natura. Perciò egli è detto Grímnir ("mascherato"). Ma anche [...] Lóðungr ("[colui che porta] il mantello").
Odino pertanto è il dio dei viaggiatori e di tutti coloro che si muovono lungo le strade del mondo. Nel corso dei suoi viaggi capita che egli chieda ospitalità per la notte tanto nelle regge dei sovrani quanto nelle case delle persone umili. Egli è anche detto Gestr ("ospite") e infatti in passato ogni straniero veniva accolto in casa in quanto poteva celarsi lo stesso dio sotto mentite spoglie. [...] Nella "Saga di Hákon Guttormr e di Ingi" è riferito che, quattro giorni prima della battaglia di Lena (1208), un fabbro ricevette la visita del dio[...]
"

Notare il cappellaccio, il mantello, le visite a poveri e ricchi, l’importanza dell’ospitalità: un mito che il Cristianesimo ha oscenamente rubato: la leggenda del mantello donato si sovrappone ai miti nordici della divinità vestita con una mantellina. Guarda caso, come Odino era la divinità dei viaggiatori, San Martino è il patrono dei viandanti, dei vagabondi e dei pellegrini.
Odino tuttavia non era l'unica divinità ad avere questo curioso attributo tessile: in uno dei link che ho proposto sopra c'è scritto:
"Questa sovrapposizione, secondo Cattabiani (Calendario), fu possibile grazie al fatto che i Celti venerassero un dio cavaliere che portava una mantellina corta: il culto proveniva dalla Pannonia, terra celtica e patria di san Martino. Era considerato il cavaliere del mondo infero, colui che vinceva gli inferi, che trionfava sulla morte. Perciò, come ha osservato Margarethe Riemschneider, lo si considerava il dio della vegetazione che superava la morte attraverso la morte, e dunque la garante del rinnovamento della natura dopo la “morte” invernale [...] Cavalcava un cavallo nero, così come nera era la sua mantella.
Quindi, viste le caratteristiche comuni, era ovvio che San Martino fosse adatto a sostituire questa divinità (non a caso questo santo riceveva un culto degno di una divinità, come testimonia il fatto che a Chioggia venisse chiamato anche re divino, e, sempre non a caso la Chiesa inventò la storia del mantello…).
"

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Giotto: San Martino, Basilica superiore di Assisi


Conclusioni
Il culto cristiano ci ha portato dall’Oriente vicende di bibbia e vangeli pregne di mari che si separano, di cammelli e di palme, di golia giganti, di profeti che giravano nei deserti, di animali esotici e altre amenità che non fanno parte della nostra cultura, non ne hanno mai fatto parte. Per i nostri avi ai tempi delle evangelizzazioni quei simboli e quelle narrazioni non assomigliavano a nulla di ciò che caratterizzava la loro vita e i loro costumi europei. La popolazione sentiva l’esigenza di mantenere le tradizioni ancestrali e locali. La Chiesa a un certo punto per il proprio tornaconto è “andata incontro” alle genti: come è accaduto per altri santi e per altre ricorrenze, tutto ciò che è stato costruito attorno alla figura di San Martino è stato attinto dalle nostre tradizioni europee: a cominciare dalla peculiarità della mantellina che come scritto sopra era un simbolo di una e più divinità locali, non di un dio lontano e astratto della mezzaluna fertile. L’usurpazione è avvenuta nel senso che la Chiesa ha attribuito a San Martino dei simboli locali nostrani, ben sapendo che la gente comune non avrebbe accettato simboli lontani dalle tradizioni europee con cui era cresciuta, e contando che la garanzia di un continuum della cultura contemporanea dell'epoca avrebbe fatto percepire le vicende del santo a livello emotivo con un'empatia che avrebbe sigillato nell'immaginario collettivo la figura di San Martino in saecula saeculorum, come infatti è accaduto.

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E’ bene ricordare che la veridicità di queste usurpazioni, o ri-attribuzioni, o sincretismi, non è un parto della fantasia di neopagani o wiccan ma è basata su studi antropologici, a loro volta comprovati da studi archeologici in un lungo lavoro interdisciplinare che ha decretato irrevocabilmente la genesi pagana e arcaica di moltissimi miti cristiani. Convengo che non è facile veder smontare dei miti che magari hanno allietato le nostre feste da quando eravamo bambini. Però continuare a mantenere vive certe false narrazioni è come voler continuare a credere a Babbo Natale, a Pinocchio e alla Fata Turchina...

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Fonti, spunti & curiosità:

- http://scienzasacra.wordpress.com/2013/11/11/581/

- www.profesnet.it/DABRUZZO/tradizioni/atri_faugni/index.html

- http://vilmes.altervista.org/vilmesjoomla/...campagna-veneta

- Sotto Il Segno Delle Corna. San Martino, La Festa Dei Becchi E Lo Charivari In Romagna - di Eraldo Baldini, Ed. Il PonteVecchio

- www.comunitasanmartino.it/sm/compon...article/61.html

- www.veronissima.com/sito_italiano/h...ona-storia.html

- https://it.wikipedia.org/wiki/Martino_di_T...io_del_mantello

- https://it.wikipedia.org/wiki/Odino#Odino....l_dio_viandante

- Sant'Antonio Abate - santo pagano


Alla persona del forum "Asilo Wicca" che copia non dico i miei post ma il mio metodo (criterio ipermediatico, stesura, sintassi, ipertesti e link, ecc.) vorrei dire: se proprio vuoi scopiazzare, almeno fallo con stile ;)

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Edited by Deomira ErbaLuna - 11/11/2023, 11:32
 
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view post Posted on 10/11/2016, 16:39
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Siamo già a S. Martino eh si domani... Come passa il tempo. :what1:

Beh che dire... Come sempre impeccabile :rolleyes: Brava deo.
 
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view post Posted on 10/11/2016, 18:25
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Le evidenze si accumulano su come il Cristianesimo è stato un grande programma di potere per la manipolazione e gestione delle masse, programma reso possibile solo grazie alla sostituzione forzata e spesso imbruttita degli antichi culti pagani... se la gente potesse avere la pazienza e la curiosità per documentarsi capirebbe che si tratta di una grande farsa, e che le antiche religioni sono state soppiantate perché non erano convenienti per lo status quo che si andava a creare. Se pensiamo che anche la figura di Gesù è derivata da antiche leggende che nascono ai tempi dei sumero-babilonesi, il figlio nato da una vergine, non è cosa nuova anzi....
San Martino si aggiunge alla lista delle feste stravolte e storpiate.
C'è di buono che oggi si assiste ad una voglia di riappropriarsi delle proprie origini, intese anche come culti primordiali e originali dell'umanità...
 
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view post Posted on 10/11/2016, 23:52
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Grazie fanciulle :kss:
CITAZIONE
Se pensiamo che anche la figura di Gesù è derivata da antiche leggende...

Vero! E come ho scritto sopra, le "nostre" feste sono cadenzate, ogni mesetto e mezzo c'è un Sabba e, guarda caso, a cavallo delle medesime date c'è sempre qualche ricorrenza cristiana: il Natale è una delle tante e probabilmente il più eclatante caso di usurpazione :woot:
 
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view post Posted on 11/11/2016, 00:13
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Filosofa stregonesca

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Complimenti per questo articolo, è meraviglioso! Domani lo rileggo nuovamente... Bellissimo!
 
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view post Posted on 11/11/2016, 00:18
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Grazie Scarlett :smak: Confesso che mi sono divertita a scriverlo :lol:
 
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view post Posted on 12/11/2017, 01:19
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view post Posted on 10/11/2020, 21:45
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