PIETRE DI LUNA - vie pagane

DIORAMA DI YULE (PRESEPE PAGANO - CHRISTMAS VILLAGE)

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view post Posted on 16/12/2018, 20:46
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Advanced Member AbbracciaGatti

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DIORAMA DI YULE

(PRESEPE PAGANO - CHRISTMAS VILLAGE)

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Il presepio è una tradizione tutta italiana a cui molti neopagani faticano a rinunciare. Come conciliare il culto pagano con il desiderio di decorare la nostra casa con quella bucolica e graziosa rappresentazione, specialmente se abbiamo dei bambini?
Innanzitutto è bene sapere che la definizione corretta del presepe inteso come raffigurazione plastica in scala ridotta è diorama, e questa è la parola che qui useremo per descrivere il nostro presepio pagano.
In relazione allo scopo di questo post -creare un presepe pagano- la distinzione è d’obbligo perché l’etimologia di presepio (e di presepe) fa derivare il termine dal latino praesaepe, composto di prae-, pre- e saepire, cingere, chiudere con una siepe, dal latino saeps, saepis (Treccani), espressione nata in ambito cristiano per indicare le raffigurazioni della stalla e della mangiatoia dove sarebbe nato Gesù, in sintesi, la Natività. Per un fenomeno simile, la parola usata in inglese per indicare il presepe è "crib", che significa culla, greppia e mangiatoia. A noi naturalmente quella mangiatoia non interessa poiché la Natività cristiana non fa parte del nostro culto e, peraltro, storicamente questa non si mai verificata.

Nei Paesi anglofoni e oltralpe esiste già la consuetudine di realizzare dei villaggi in miniatura a tema natalizio ma senza elementi religiosi. Sono creati soprattutto con casette di varie forme e colori, spesso hanno come sfondo uno scenario innevato con anche pini e abeti, e sono abbelliti da ghirlande di luci a illuminare le minuscole case. Potete trovare degli spunti in rete cercando “CHRISTMAS VILLAGE”. All’estero queste deliziose casette sono facilmente reperibili, mentre in Italia si trovano solo le classiche case in stile presepe napoletano: ma anche da noi pian piano si sta affermando questa moda, merito dell’attuale tendenza del nordic-style.
Nei Christmas Village possono esserci anche giostrine vintage, piste di ghiaccio con bimbi che pattinano, bancarelle di dolciumi, trenini…. insomma uno scenario di puro e sano divertimento senza implicazioni religiose.

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E' possibile arricchire o modificare il Christmas Village con altri elementi per renderlo inequivocabilmente pagano. In questo articolo vogliamo suggerire come allestire un diorama natalizio in linea con i concetti spirituali neopagani.
Natalizio, sì!, perché anche i neopagani festeggiano il Natale: Dies Natalis Solis Invicti, il giorno natale del Sole Invitto, invincibile, indomito. E nel nostro diorama natalizio possiamo usare proprio i simboli di questa rinascita, persino riciclando la statuina del santo bambinello, che ovviamente non sarà Gesù, ma sarà il Sole Bambino...


L’intento di questo post non è di fare una parodia del presepe cattolico ma, anzi, lo scopo è di proporre un’ambientazione mitica e favolistica che possa aiutarci ad avvicinare i piccoli della famiglia al culto neopagano e, se non avessimo bimbe e bimbi in giro per casa, per appagare il nostro lato ludico, la nostra gioia nel rappresentare visivamente la mitologia e i concetti archetipici alla base della Tradizione spirituale che seguiamo.

DIORAMA PAGANO
In un angolo della casa, ma anche del giardino, possiamo ricreare un paesaggio rappresentativo di Yule: Cernunnos corre nella selva, il Re Agrifoglio ha la chioma appesantita dalla neve: le raffigurazioni boschive sono un forte simbolo di Yule. Secoli fa l’Europa era ricoperta di foreste (nemora alta remotis incolitis lucis - lucos ac nemora consecrant!1), e pini e abeti continuano ad adornare la soglia del solstizio invernale. Quindi muschio, alberelli, tronchi; poi sorgenti sacre, laghi mistici, ruscelli e cascatelle: l’iconografia del nemeton. Dopo aver predisposto l’ambientazione, rigorosamente silvestre, possiamo introdurre le nostre statuine.

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RICICLARE LE STATUINE DEL PRESEPE CATTOLICO
Purché nell’insieme non risulti una composizione kitsch, ridicola e grottesca, possiamo riutilizzare alcune figure del presepe canonico, a cominciare dagli animaletti.
Gli Dei silvani si curano degli animali della foresta, li proteggono dalla rigidità dell’inverno: cervi, cerbiatti, capre e caprette sono animali mitici. Oltre alla nota sacralità celtica del cervo, che ci rimanda al Dio Cernunnos, ricordiamo per esempio le capre. In Svezia la capra Julbock è lo spirito del Natale, in alcune tradizioni è lei che porta i doni ai bimbi. In Finlandia la sua omologa si chiama Joulupukki: la sua funzione di sovrintendere alla preparazione dei doni natalizi la assimila sia alla capra svedese che a Babbo Natale. Anche l’etimologia è la stessa: Jul- e Joulu- significano Natale, per la precisione Yule, mentre –bock e –pukki significano caprone.
Anche gli animali d’allevamento rappresentano bene Yule: un tempo, preservarli era importante per la sopravvivenza umana e il loro ciclo vitale scandiva le stagioni. Galli, galline, oche e altri anatidi sono spesso entrati nel mondo della fiaba e del mito accompagnando le divinità come loro attributo. Poi, pecore e agnelli anticipano la fecondità di Imbolc. Le mucche e i maialini sono animali sacri ovunque e anch’essi rientrano nel folclore: basti pensare al maialino di Sant’Antonio Abate, che in origine era il sacro cinghiale celtico.
Conigli e leprotti: ne abbiamo parlato nel post di Ostara: come pecore e agnelli anticipano Imbolc, la lepre, animale magico-mistico, anticiperà la primavera. I leporidi sono stati ritenuti sacri in tutte le culture, e hanno accompagnato molte Dee nell’incanto della rinascita equinoziale della Natura. Perché non inserirli nel diorama di Yule? Sotto un riparo di muschio, i coniglietti trascorreranno i mesi invernali al caldo della loro tana, in attesa del risveglio primaverile.

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LE STATUINE E I RUOLI DI GENERE
Anche altre figure del presepe canonico possono essere introdotte nel nostro diorama pagano, purché il personaggio che “interpretano” non sia lesivo della dignità umana.
In un altro post avevamo già parlato dei ruoli di genere, spesso umilianti2, imposti a queste figure: le statuine delle donne del presepe cattolico sono relegate alle classiche mansioni di accudimento della casa: fanno il bucato, impastano il pane, rammendano, portano pesanti anfore, legna, panieri, e nelle varianti più moderne addirittura stirano. Nel contempo le statuine degli uomini sono mirate a descrivere mansioni non meno impegnative; anche i maschi nelle riproduzioni delle statuine si sobbarcano azioni anacronistiche e impietose: portano pesi, lavorano faticosamente: spaccano la legna, oppure sono chini sulle incudini, o portano pesanti gerle. Nell’ottica cattolica, mortificazione e fatica sono virtù.

Se proprio vogliamo riciclare le statuine dei personaggi umani, possiamo riutilizzare allevatrici e pastori, a simboleggiare l’importanza degli armenti e delle greggi, oppure i personaggi che suonano, perché ci riconducono a Pan.

La loro presenza non sottintende l’attesa di una natività biblica: semmai allude all’attesa della ri-nascita del Sole Invitto.

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Anche il “bambinello” lo si può riciclare: basta evitare di scadere nel cattivo gusto di un bebè barocco in stile presepe napoletano, incastonato tra le fronde di Yggdrasill…

Accanto al bambinello potreste mettere una pergamena scritta a mano con le parole della Sacerdotessa nella celebrazione di Yule tratte dal libro di Starhawk, “La danza a spirale”:

"Regina del sole! Regina della luna!
Regina delle corna! Regina dei fuochi!
Porta a noi il bambino della promessa!

È la Grande Madre, colei che lo dà alla luce.
È il Signore della vita, colui che è nato di nuovo!
Oscurità e lacrime sono messi da parte,
Quando il sole sorge di nuovo!

Sole dorato, di collina e campo,
Illumina la terra! Illumina i cieli!
Illumina le acque! Illumina i fuochi!"



Se avete poca manualità (o poco posto!) basta semplicemente scrivere:

"Dies Natalis Solis Invicti": il giorno della nascita del sole invitto!


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GLI ALTRI ANIMALI DELLA FORESTA
Nel nostro diorama pagano possiamo introdurre nuovi spunti rispetto al presepe canonico, spunti che ci vengono dati sempre dai miti e dalle fiabe.
In trionfo ex aequo con il cervo, l’orso è il Re delle foreste dell'emisfero Nord, ma spesso ce ne dimentichiamo. Eppure la sua fama è giunta a noi nei nomi di Dei e Dee, di eroi e nella toponomastica: è un altro animale leggendario per numerose civiltà: dall’Europa alle Americhe, sino alla Siberia e anche più giù…
Artemide, Re Artù, la Dea celtica della caccia, Artio, l’Artico, tutti nomi che portano la radice art- che nelle lingue indoeuropee significava orso. In greco il termine per orso è arktos, dal sanscrito arkshas. Anche le costellazioni dell’Orsa Minore e dell’Orsa Maggiore ebbero origine da un antico mito, quello della ninfa Callisto che l’irata Artemide trasformò in orsa.
I riferimenti alla sacralità degli orsi si trovano nella mitologia e nella storia. Citando Wikipedia: “Le fanciulle ateniesi di età compresa tra i cinque e dieci anni venivano mandate al santuario di Artemide a Braurone per servire la dea per un anno: durante questo periodo le ragazze erano conosciute come arktoi ("orsette")”.
E citando Franco Cardini: “l’orsetto di pezza che regaliamo ai nostri piccoli per giocare (forse augurio di forza se offerto ai maschietti, di fecondità se affidato alle femminucce) conserva ancora questa duplice in apparenza per noi occidentali moderni (ma solo per noi) contraddittoria carica di energia guerriera e di affetto materno-filiale”.
Nella mitologia celtica abbiamo il Dio Artaius, i cui attributi lo assimilano all’italico Mercurio. In quella germanica altrettante divinità hanno l’orso come attributo, come simbolo o come “alter ego”, e possiamo ricordare i Berserkr, guerrieri “vestiti con pelli di orsi”, che miti successivi hanno trasformato in veri orsi, noti specialmente al pubblico giovanile perché citati nella letteratura e nella filmografia fantasy. L’etimologia di questa parola ci richiama subito bear, orso in inglese. In sintesi, art- nelle lingue indoeuropee e berr nelle lingue germaniche sono radici che da molti secoli indicano l’orso, animale portentoso che si spartisce l’egemonia dell’Europa con il leone e con il lupo.
In commercio si trovano molti orsetti polari, quelli bianchi: è una moda nata dal quel filone fantasy/nordico che abbiamo citato a proposito dei Berserkr e ci viene in mente per esempio “La bussola d’oro”.
Lupi, lupetti e lupacchiotti si inseriscono bene nel diorama natalizio, anch’essi pregni di simbolismo, a patto che non li si scambi con i lupi dei miti dei nativi americani: non esageriamo in eclettismo: se mettiamo la statuina di un lupo, evitiamo le piume indiane…
La volpe: da quella di Esopo a quella del Piccolo Principe di A. de Saint-Exupéry, la volpe è una bestiola bistrattata perché ritenuta cinicamente scaltra, ma merita invece un posto d’onore nel nostro diorama, al calduccio e protetta da chi non la sa amare.
Gufi e civette: ci sono Dee-gufo celtiche e c’è la più nota Athena: questi rapaci notturni finalmente portano solo fortuna! Li troviamo di ogni foggia e materiale, perfetti al posto degli inflazionati angeli!
Renne e alci: per molti italiani, questi sono animali troppo nordici, ma ormai cosa sarebbe Yule senza le renne di Babbo Natale?

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NATIVITA' O LARARIO?
E la capanna? La grotta? Potete riciclare anche quella: ai tempi dei Romani durante i Saturnali e i Sigillaria era usanza mettere le statuine dei Lares familiares all’interno di una capanna. Queste effigi di Lari erano anche esposte alla vendita, per esempio nel temporary store -ante litteram!- di Saepta Iulia: Saepta, recinto, una parola che ci ricorda etimologicamente il presepe: saeps, recinto, siepe. Solo un caso?

GLI GNOMI DEL NATALE
Gnomi, folletti ed elfi andranno perfettamente a integrare il nostro diorama natalizio: sono spiriti della Natura che la popolano e la proteggono.
Il folclore europeo annovera numerosi esseri elementali, specialmente in forma di gnomi dal tipico cappello a cono e dalle vesti contadine. Per esempio il nisse, il tomte, il tomtenisse, lo julenisse e altri folletti della tradizione scandinava, che hanno molte similitudini con le entità nostrane, specie quelle dell’Appennino: hanno un buffo copricapo, sono spiriti protettori della casa e della famiglia, ma possono diventare dispettosi e fanno trecce con le criniere di mucche e cavalli, come il mazapégul romagnolo! Il tomte, per fare un esempio delle analogie con la nostra cultura italiana, era in origine un’entità che rappresentava lo spirito del primo abitante del podere: di generazione in generazione questo genio della casa e della famiglia provvedeva a custodirne i componenti e a proteggere gli animali della fattoria. La stessa parola tomte significava casa, lotto abitativo, e nella fattispecie di questo essere, indica la sua area di influenza, quindi verosimilmente l’abitazione, le stalle e i pollai, il terreno afferente alla casa e la persone che vi abitano. Una più antica origine del termine lo farebbe forse derivare dalla parola tomba, anche perché la dimora di questo genio in antichità era il tumulo familiare. Una tradizione molto simile ai nostri genius loci e genius familiaris, da cui la definizione di Gens che ha dato origine a molti cognomi italiani. Per esempio Giuliani, dalla Gens Iulia da cui quindi Saepta Iulia.

L’iconografia di gnomi e folletti (spesso questi termini si confondono tra loro, sono diventati intercambiabili) non si discosta dal tradizionale aspetto del minuscolo anziano contadino medioevale con copricapo conico, e molte di queste figure sono vendute in forma di pupazzetti, specie in stoffa e feltro. Sono ottimi famigli che custodiranno la nostra dimora e i nostri cari!

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CASE E CHIESE
Immaginate una chiesetta pagana dove celebrare Yule in congrega, con le campane che annunciano l’ora del solstizio invernale… Ma questa è un’altra storia… ed è troppo presto per raccontarla…

Anche le casette del presepe classico possono essere riciclate: dell’importanza del concetto di casa ne avevamo parlato nel post del Pagan Hygge, ricordate? Un antropologo culturale vi direbbe che il focolare domestico è la sintesi dell’appagamento dei bisogni corporali e mentali: cibo, calore, salute, sicurezza, tranquillità, sesso, amicizia, affetto, divertimento. Per fare un esempio di come queste sensazioni abbiano accompagnato l'Uomo nei millenni, ricordiamo che in molte lingue la parola "focolare" è usata anche per indicare la propria abitazione: come nel francese, che mantiene tuttora nella parola "foyer" che significa anche "casa", il senso primevo degli antichi fuochi attorno ai quali si raccoglievano le famiglie.

COMETA VS SOLE
Prendete una cometa, tagliatele la coda: vi rimarrà una stella, la nostra Stella per eccellenza, il Sole Invitto!
Se ha le cinque punte del pentacolo, sarà perfetta!

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ISIDE CON IL BAMBINELLO
Iside fu il “prequel” della Madonna. O forse dovremmo dire piuttosto che la Madonna è un “sequel“ di Iside… Se avete la fortuna di trovare una statuetta di Iside con il bimbo tra le braccia, ecco, quella è la Natività.

Cammelli? No, grazie: quelli sono protetti da altri Dei. Lontani.

Giuseppe e Maria? Secco non riciclabile.

I Re Magi? A loro faremo un dispetto: gli indicheremo una strada sbagliata! Magari agli antipodi, a festeggiare il solstizio estivo...

Statuette di Dee e Dei: politeisti, monoteisti, panteisti, enoteisti? Decidete liberamente a seconda della vostra Tradizione e del vostro pantheon.

Funghi? Sì, rossi a puntini bianchi!

Babbo Natale con slitta e renne? Se li trovate in miniatura, avrete il coronamento per un diorama di Yule perfetto!

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DIORAMA BUCOLICO O SET TRENDY?


Persino a noi “grandi” piace l’idea di un “presepe”. Più adulto, più sobrio. Anche in una casa senza bambini, ci resta il desiderio di creare un angolino silvano con animali eleganti e sinuosi, specchio della Natura -nostra Madre- che attende il ritorno del Sole.
Per fortuna non siamo vincolati alla mestizia delle ambientazioni cattoliche che imporrebbero statuine dalla postura sofferente con espressioni afflitte (o nella migliore delle ipotesi, con sguardo dopato: il fatidico "stupore adorante"!). In quanto a cammelli e palmizi, li riserviamo ai sogni balneari estivi…
Di spunti ce ne sono molti: come sempre ci viene incontro il nordic style, con le sue ispirazioni montane, invernali e hyggeligt. In commercio ci sono, già assemblati e pronti, molti diorami composti da pini, agrifogli, cervi, cerbiatti e gnomi di ogni fattezza. Senza impegnare troppo spazio (c’è chi sposta il TV 49 pollici per far posto al presepio cattolico!) i diorami nordic style, assemblati oppure creati da noi, fanno bella figura anche solo su una mensola o su un piccolo ripiano: guardarli con occhio pagano ci riporta comunque sempre all’incanto degli antichi miti:

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Anche un cervo sull’altare è una visione pagana di grande impatto:

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Casine e casette daranno un’impronta di intimità al nostro diorama. La moda del nordic-style ne propone molte, senza alcuna pretesa religiosa:

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E non dimenticate le lucine...

luce, luce, luce ovunque, a rappresentare la rinascita del Sole Invitto! :wstar:

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:wstar: Decorare la casa può sembrare un'attività effimera e frivola, non in linea con la spiritualità... Ma circondarsi, anche al di fuori della pratica religiosa, di oggetti che hanno un simbolismo pagano è un modo per esprimere il nostro sentire e rappresenta la coerenza con cui viviamo a tutto tondo il nostro culto, donandoci l’appagamento del vivere in un contesto gradevole, armonico, non stridente.
In particolare il “presepe pagano” -il diorama pagano di Yule- è una rappresentazione ricolma di simboli e di archetipi: realizzarlo può essere educativo per i nostri bimbi e sarà spiritualmente significativo per noi adulti.

Il diorama proposto in questo articolo potrebbe piacere anche a...
...a chi non è pagano, e persino agli atei: le fiabe e la mitologia sono patrimonio culturale di tutte le civiltà. La Natura con foreste, acque, rocce, alberi, e poi gli animali e gli esseri elementali, le Arti e i Mestieri con pastori, musici, fabbri mitici, il bambino come emblema di rinascita solstiziale… sono tutti miti, simboli e archetipi condivisi universalmente, sono la trama del Creato e l’ordito che unisce tutti gli esseri umani.

:santa:


L’iconografia del Natale rivela inequivocabilmente l’origine pagana di questa festa.
Per magia, il mesto presepe cattolico si trasformerà in un incantevole diorama pagano…

…basta togliere la Natività: tutto il resto è Yule




:santa:


Note, fonti, spunti, approfondimenti, curiosità e consigli di lettura:

1.Lucos ac nemora consecrant deorumque nominibus appellant secretum illud, quod sola reverentia vident. Tacito, Germania, 9 (trad.: consacrano loro boschi e selve e danno nomi di divinità a quell'essere misterioso che solo il senso religioso fa loro percepire - da skuola.net)
Nemora alta remotis incolitis lucis. Lucano, Farsaglia, 450 (trad.: abitate solitudini profonde in remote foreste - da bifrost.it)
Anche in Italia avevamo selve incontaminate dove i nobili cacciavano e i viandanti passavano intimoriti, attorniati da spiriti boschivi, antiche are d’altare, alberi magici e acque sacre: con l’Europa tutta e con le terre slave abbiamo condiviso le stesse gesta, le stesse angosce, gli stessi miti e i medesimi racconti.


2. IL NATALE CHE FA MALE AI BAMBINI (ma anche agli adulti)

NATALE PAGANO: Yule home decor - decorare le nostre case

YULE, JUL, JOL, JOULU, NATALE: IL SOLE INVITTO

PAGAN HYGGE - quando i neopagani sono felici

:wstar: Per approfondire le origini pagane del presepio, ecco un libro di recente pubblicazione: "Il presepio" di Maurizio Bettini, Ed. Einaudi.
Un ringraziamento particolare a Francesca Bianchi, che ha intervistato il Prof. Bettini che spiega la genesi di questa usanza e le correlazioni con la mitologia, a cominciare dai cenni sulle origini della mangiatoia, un oggetto-simbolo presente in numerosi miti, per continuare con le disamine dei peculiari “elementi” del presepio: il bambinello, i Magi, i personaggi “minori”, le statuine e gli animali.
Qui il link all’intervista: Maurizio Bettini: Il Presepio, storia di un simbolo, di Francesca Bianchi



"Si dice presepio o presepe?": www.accademiadellacrusca.it/it/ling...resepio-presepe

Starhawk, “La danza a spirale”: www.sacred-texts.com/bos/bos023.htm

L'orso (Franco Cardini): www.centrostudilaruna.it/simbolismodellorso.html

Libro: "L’orso: storia di un re decaduto" di Michel Pastoureau, recensione: https://parentesistoriche.altervista.org/o...uto-pastoureau/

Julbock: https://sv.wikipedia.org/wiki/Julbock

Joulupukki: https://fi.wikipedia.org/wiki/Joulupukki

Culto dei Geni: www.romanoimpero.com/2010/06/culto-dei-genii.html

Nisse e tomtenisse: https://en.wikipedia.org/wiki/Nisse_(folklore)

:santa:


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Edited by Deomira ErbaLuna - 20/12/2020, 17:12
 
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view post Posted on 16/12/2018, 21:04
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Advanced Member Lastregadelvento

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Bella e molto suggestiva quest'idea.
Come sempre hai superato te stessa, mitica. :smak:
 
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view post Posted on 16/12/2018, 23:35
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Advanced Member AbbracciaGatti

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Grazie Elettra :wub:
E tu -come sempre- sei carinissima :smak:
 
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view post Posted on 16/12/2019, 21:20
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Advanced Member AbbracciaGatti

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UP! :santa:

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